San Francisco (USA) – Con una mossa a sorpresa Red Hat ha presentato una denuncia contro SCO Group. Il noto distributore, che definisce SCO “responsabile di azioni sleali e ingannevoli”, sostiene di voler dimostrare che le proprie tecnologie non infrangono neppure una delle proprietà reclamate da SCO.
“Abbiamo depositato la querela per fermare SCO dal fare affermazioni pubbliche infondate e menzognere che attaccano Red Hat Linux e l’integrità del processo di sviluppo del software Open Source”, ha detto Mark Webbink , consulente legale di Red Hat. “Red Hat è fiduciosa nel fatto che gli attuali e i futuri clienti continueranno a rendersi conto del significativo valore che la nostra piattaforma Red Hat Linux fornisce senza interruzioni”.
Red Hat ha anche annunciato la costituzione dell’ Open Source Now Fund , fondo destinato a proteggere nei tribunali “l’integrità del software Open Source e la comunità Open Source”. L’azienda dal cappello rosso, che si è impegnata a versare nel fondo un milione di dollari, ha spiegato che questi soldi potranno essere utilizzati per coprire le spese di eventuali cause legali associate alla violazione di copyright e lanciate contro aziende che sviluppano software sotto la licenza GPL o organizzazioni non profit che sostengono progetti free software.
“Il processo collaborativo dello sviluppo del software Open Source che ha creato il sistema operativo Linux è stato ingiustamente messo in discussione e minacciato”, ha affermato Matthew Szulik, chairman e CEO di Red Hat. “Nel suo ruolo di leader dell’industria Red Hat ha come responsabilità quella di garantire che i diritti legali degli utenti vengano protetti”.
SCO ha risposto alle azioni di Red Hat con la pubblicazione di due lettere scritte da Robert Bench e Darl C. McBride, rispettivamente chief financial officer e CEO dell’azienda. Quest’ultimo si è detto contrariato dal fatto che Red Hat abbia intrapreso un’azione legale contro SCO senza prima avvertirlo e si è detto pronto a replicare con una controquerela per la violazione di copyright e per cospirazione.
“Devo dire – ha scritto McBride nella propria lettera a Red Hat – che la vostra decisione di presentare un’azione legale nei nostri confronti non sembra contribuire alla sopravvivenza di Linux nel lungo periodo”. L’ennesima minaccia?