Roma – Suona quasi come un ultimatum la nota diffusa ieri dall’Ufficio del Garante per la privacy italiano, una nota nella quale si parla esplicitamente di carcere per i casi più gravi di spam ai danni di utenti internet nostrani.
Secondo il Garante, infatti, “inviare email pubblicitarie senza il consenso del destinatario è vietato dalla legge. Se questa attività, specie se sistematica, è effettuata a fini di profitto, si viola anche una norma penale e il fatto può essere denunciato all’autorità giudiziaria. Sono previste sanzioni e, nei casi più gravi, la reclusione”.
In particolare, la violazione delle normative antispam secondo il Garante può portare a condanne fino a 3 anni di reclusione e fino a 90mila euro di multa. Va detto che fino ad oggi i pochi casi di spam italiano conclamato finiti nel mirino del Garante non hanno portato a pesanti sanzioni nonostante la ferma condanna dello spam più volte pronunciata dall’Ufficio. Sono anzi diversi i casi assolutamente clamorosi di iniziative spammatorie sulle quali l’Ufficio del Garante non si è pronunciato. In caso di condanna, ha sottolineato comunque il Garante, possono essere previste sanzioni accessorie, come la pubblicazione del nome del condannato e il risarcimento di danni e spese legali.
Nella sua nota il Garante ha sottolineato ancora una volta che nessun indirizzo email che si trova in rete, come quelli che si possono individuare sui newsgroup, o in chat, o in altri ambienti digitali, può essere considerato un dato pubblico. Si tratta, invece, di dati personali di cui può disporre solo l’intestatario. Per inviare email promozionali, dunque, è sempre necessario il consenso informato del destinatario.
“Oltre a rappresentare una fastidiosa intrusione – conclude la nota – lo spamming comporta ingenti spese, in termini di tempo, di costi di utilizzazione della linea telefonica, di misure organizzative e tecnologiche per contrastare virus, tentate truffe, messaggi e immagini inadatti a minori, riversando sugli utenti i costi di una pubblicità a volte aggressiva e insistente”.