San Jose (USA) – Dedicato agli utenti più esigenti, e in particolare agli hardcore gamer, il Pentium 4 Extreme Edition sarà il primo processore a portare sui PC desktop 2 MB di cache di terzo livello, un quantitativo fino ad oggi tipicamente riservato alle CPU destinate ai server e alle workstation di fascia alta.
Questa nuova incarnazione del P4, che ha in realtà molto più da spartire con la famiglia di chip Xeon MP, arriverà sul mercato nei prossimi due mesi ad una frequenza di clock di 3,2 GHz . Con gli attuali P4 il nuovo chip condividerà lo stesso quantitativo di cache L2, pari a 512 KB, e la tecnologia Hyper-Threading.
Durante l’Intel Developer Forum (IDF) di San Jose, Louis Burns, vice president e general manager di Intel, ha spiegato che la quantità addizionale di cache presente nel P4 Extreme consente al processore di incrementare sensibilmente la velocità di accesso a dati e istruzioni di più frequente utilizzo. “L’aumento di prestazioni – ha proclamato Burns – è notevole”.
Intel ha rivelato che il P4 Extreme adotta lo stesso chip di base dello Xeon multiprocessore e, per questa ragione, i tempi di introduzione sul mercato saranno molto brevi.
Non sembra un caso che il P4 Extreme sia destinato ad arrivare sul mercato poche settimane dopo il lancio di Athlon 64 , una CPU che secondo alcune fonti potrebbe essere in grado di battere, in diversi test, anche il più veloce modello di P4 attualmente in commercio.
Il grosso punto interrogativo che aleggia intorno al P4 Extreme è il prezzo : Intel non lo ha ancora comunicato ma è lecito attendersi che questo sarà decisamente superiore ai 640 dollari del P4 a 3,2 GHz tradizionale e inferiore ai 3.700 dollari dello Xeon MP a 2,8 GHz e 2 MB di cache (che, rispetto ai P4, integra anche il supporto al dual-processing). Da questi calcoli risulta evidente come il P4 Extreme sarà anche un prodotto consumer, ma difficilmente definibile di massa .
All’IDF, Intel ha anche svelato i suoi primi processori multi-core, Tulsa e Tanglewood, rispettivamente basati sull’architettura IA-32 e IA-64. Il primo apparterrà alla famiglia degli Xeon e disporrà di un doppio core. Il secondo sarà un’evoluzione di Itanium e potrà supportare più di due core. Tanglewood sarà anche il primo processore progettato dallo stesso team di sviluppo che ha creato le CPU Alpha di Digital Equipment, team che Intel ereditò nel 2001 con l’acquisizione della divisione Alpha dell’allora Compaq.
Ma ecco le altre novità presentate all’IDF.
Intel ha mostrato Vanderpool, nome in codice di una tecnologia di virtualizzazione che consentirà l’utilizzo di più ambienti software indipendenti in un unico PC. Composta da componenti hardware e software, Vanderpool sarà in grado di creare più computer virtuali x86 dove eventualmente far girare sistemi operativi differenti. Il chipmaker ha affermato che questa tecnologia “migliorerà l’esperienza degli utenti aumentando l’affidabilità, la flessibilità e i tempi di risposta e permettendo di ripristinare più velocemente il computer dopo un arresto”.
Intel ha poi confermato il proprio impegno nello sviluppo della tecnologia necessaria per supportare le funzioni di sicurezza direttamente su chip. Già nota come LaGrande , questa tecnologia sarà disponibile fra due o tre anni sui chipset e sui processori del big di Santa Clara e, secondo quest’ultimo, “se utilizzata insieme a programmi software che la supportano, proteggerà i sistemi dagli attacchi”.
“In un periodo in cui sembriamo tutti perseguitati dal “virus della settimana”, per favorire la crescita il settore deve dare priorità assoluta al miglioramento della sicurezza dei dispositivi informatici tramite l’aggiunta di funzioni di sicurezza basate su hardware”, ha commentato Paul Otellini, president e COO di Intel. “È tuttavia importante che questo risultato venga raggiunto nel pieno rispetto del diritto alla privacy degli utenti. Intel è impegnata a raggiungere entrambi gli obiettivi”.
Otellini ha spiegato che LaGrande funzionerà con differenti sistemi operativi e applicazioni ma che il maggior supporto proverrà dal prossimo sistema operativo di Microsoft, Longhorn , che sarà anche la prima versione di Windows ad integrare la tecnologia Next-Generation Secure Computing Base , meglio nota come Palladium .
Guardando ad un futuro più lontano, Intel ha rivelato che entro il 2011 prevede di sviluppare semiconduttori con circuiti da 22 nanometri e transistor più piccoli di una singola molecola di DNA. A dimostrazione degli investimenti effettuati da Intel per conservare la propria leadership nel campo dei chip, Otellini ha presentato per la prima volta in pubblico un wafer di silicio realizzato da Intel con il processo di produzione a 65 nanometri di nuova generazione.
“Intel è impegnata a introdurre sul mercato le tecnologie richieste dagli utenti e utilizzabili nell’immediato”, ha affermato Otellini. “A tale scopo offriremo tecnologie come Hyper-Threading per le prestazioni, funzionalità wireless evolute per favorire il mobile computing reale, LaGrande per la sicurezza, Vanderpool per migliorare l’affidabilità, la flessibilità e l’esperienza generale con il computing, oltre alle nostre competenze nel silicio, che ci consentono di sviluppare queste e altre funzionalità importanti”.