Beaverton (USA) – La lunga marcia che porterà al rilascio della nuova e attesissima versione 2.6 del kernel di Linux sta davvero per concludersi. A suggerirlo è il rilascio di una nuova versione di test del kernel di Linux 2.6 che l’Open Source Development Labs ( OSDL ), il consorzio dove da qualche tempo lavorano a tempo pieno Linus Torvalds e il suo luogotenente Andrew Morton, ha definito “una significativa pietra miliare”.
Alcune fonti suggeriscono la possibilità che quest’ultima release, la 2.6.0-test9 , sia la penultima prima dell’arrivo della versione finale, previsto entro la fine dell’anno. Proprio poche settimane fa Torvalds aveva annunciato lo “stability freeze” , ovvero la sospensione di qualsiasi intervento sul codice che non riguardi strettamente la correzione di problemi di stabilità del kernel.
L’OSDL ha invitato tutti i maggiori clienti di Linux, venditori indipendenti di software e fornitori di sistemi a provare e verificare la nuova release test9 in modo da prepararsi fin d’ora “alla prossima production release di Linux”.
“Siamo al momento in cui vogliamo che produttori di software e grandi aziende si mettano in moto sul kernel così che noi si possa inserire anche le loro idee nella release finale di Linux 2.6”, ha detto Torvalds.
Lo scorso luglio Torvalds e Morton hanno rilasciato la prima release di test del kernel 2.6 gettando le basi, secondo l’OSDL, di un insieme di API stabili . Fin dalla versione 2.5, il consorzio ha avviato, presso il proprio datacenter di Portland, tutta una serie di test approfonditi sulle funzionalità e le prestazioni del nuovo kernel i cui risultati, pubblicati qui , sono stati messi a disposizione del pubblico.
L’OSDL sostiene che il nuovo kernel 2.6 “allarga i mercati dove Linux può sostituire le piattaforme legacy”, prime fra tutte Unix, e questo soprattutto grazie alla sua capacità di gestire un più elevato numero di processori (oltre 32) e di thread e alla sua migliorata modularità, una caratteristica che, secondo il consorzio, rende il kernel 2.6 maggiormente adatto all’impiego in una disparata gamma di dispositivi industriali, mobili e di rete. Per quanto riguarda i miglioramenti di cui potranno maggiormente beneficiare gli utenti desktop, l’OSDL ha citato il più esteso supporto alle periferiche hot-plug (quali quelle FireWire e USB) e l’implementazione di architetture audio e video più sofisticate e performanti.
L’OSDL è uno dei più grandi laboratori indipendenti per la promozione e lo sviluppo del software open source. Fondato nel 2001 da colossi come HP, Intel, IBM e Dell insieme ai principali distributori di Linux, l’OSDL si occupa in particolare dello sviluppo degli strumenti e delle funzionalità necessarie a Linux per penetrare nei settori chiave del mercato enterprise, come quello dei data center e delle telecomunicazioni.