Roma – Fornire ai robot una visione omnidirezionale. E’ questo l’obiettivo di un ambizioso progetto portato avanti da un gruppo di ricercatori americani e concretizzatosi, di recente, nello sviluppo di un “occhio” elettronico, “Argus eye”, composto da nove telecamere digitali.
In un articolo apparso sull’autorevole rivista New Scientist è stato spiegato come l’occhio passi le immagini digitali ad un computer via onde radio: qui uno speciale software è in grado di combinare insieme le immagini delle nove telecamere e calcolare le giuste traiettorie per consentire al robot di “orientarsi” e raggiungere la meta prefissata.
Gli scienziati sostengono che questo sistema può migliorare sensibilmente la capacità dei robot di muoversi fra gli ostacoli: se infatti gli uomini sono in grado di orientarsi, oltre che con la vista, anche con l’udito, l’attuale generazione di robot può spesso contare unicamente su di un solo “occhio” e alcuni sensori di pressione e movimento. Uno studio pubblicato nel 1998 dall’Università del Maryland ha provato matematicamente che se i robot potessero vedere in tutte le direzioni non necessiterebbero di alcun altro sensore di navigazione.
Sviluppare un occhio elettronico omnidirezionale come quello messo a punto dal gruppo di scienziati americani richiede lo sviluppo di un software per l’analisi delle immagini molto sofisticato: esso ha infatti il compito di fornire al robot una visione del mondo circostante a 360 gradi e calcolare distanze e traiettorie.
I ricercatori sostengono che l’Argus eye verrà ulteriormente sviluppato e, in seguito, prodotto in volumi: l’obiettivo è riuscire a ridurne sufficientemente i costi per proporlo, in futuro, anche sui robot domestici.