Dialeristi ai Caraibi

Dialeristi ai Caraibi

Un sito assolutamente da non perdere racconta delle vacanze da sogno di chi negli ultimi due anni ha fatto una fortuna sparando dialer di ogni genere. Tra Ferrari e Mercedes non è sempre tempo di burle
Un sito assolutamente da non perdere racconta delle vacanze da sogno di chi negli ultimi due anni ha fatto una fortuna sparando dialer di ogni genere. Tra Ferrari e Mercedes non è sempre tempo di burle


Roma – “Noi siamo i Dialer Pensionati, simpatici webmaster che, colto al volo il business del dialer, si sono arricchiti sulle spalle altrui, evadendo spesso il fisco e sfottendo chi di noi parlava male per invidia e che ora zappa la terra… Il nostro credo è il dialer, il nostro mito la telecom, la nostra burla Punto Informatico che leggiamo sempre.”

Questa l’introduzione dello spassosissimo Dialer Pensionati , sito messo su, a quanto pare, da “Birbaccioni.com” il cui scopo dichiarato è fare arrabbiare la gente . E, in effetti, il sito attacca i dialer ad alzo zero con un tono sarcastico che ben si adatta alle numerose truffe che con questo strumento di pagamento sono state perpetrate, sebbene poco spazio sia dato a chi, tramite dialer, ha tentato di mettere in piedi attività legittime.

Ma ci sono chicche imperdibili. Cose come “Il dialer”: “Eccolo il nostro mito. E’ grazie a lui se una parte di noi adesso è felicemente un Dialer Pensionato! Se lo vedete in giro, cliccate sul SI.:-)” Un falso dialer con un testo delirante: “Avviso per i tonti – Cliccando il tasto Si ti collegherai automaticamente ai nostri servizi in modo TOTALMENTE GRATUITO. Non spenderai nulla, eppure grazie al tuo Si un Dialer Pensionato potrà costruire la sua piccola villina”.

Da non perdere le testimonianze , come quella di GB: “Grazie al dialer, guadagnavo quasi 5.000 Euro al giorno. Ora ho comprato una villa, una Ferrari e mi son sposato. E leggo Punto Informatico tutti i giorni!”. C’è anche un Forum ed uno spazio dedicato ai Nemici , come Google: “Incassa miliardi in pubblicità e poi quando in rete escono i casini, dice che ha delle regole di correttezza da rispettare e caccia i suoi clienti migliori per farsi bello..”

Il kit del perfetto Dialer Pensionato, invece, comprende:
Passaporto falso: 3.000 Euro
Società fantasma: 1.500 Euro
Conto corrente a Montecarlo: gratis
Abbonamento a Punto Informatico: gratis

Uno scherzo, dunque, che ricorda da vicino un altro sito assolutamente imperdibile che parlava di loghi, suonerie e dialer. Ma, a parte le burle, c’è anche chi, dal mondo dei dialer, lancia un j’accuse contro quella che definisce una campagna diffamatoria senza precedenti. Ecco di che si tratta.


Nel mondo dei dialer c’è anche chi ha cercato di sfruttare questo strumento di pagamento per servizi Internet in modo trasparente e corretto. In questa posizione si dichiarano anche i gestori di un sito come PayWebItalia che sulla loro home page da qualche giorno sparano a zero sulla campagna anti-dialer che ha attraversato media e associazioni in modo trasversale. Un attacco che motiva la rinuncia, seppure temporanea, a proseguire le attività basate su questo strumento di pagamento.

“Di fronte ad una offensiva sempre piu? inaudita contro i fornitori di dialer, fino a ieri liberi imprenditori della new economy – scrive PayWebItalia – oggi assimilati a “truffatori” da indagare, non intendiamo piu? impegnarci in una attivita? senza regole, anzi, dove le regole cambiano a seconda dei momenti, degli umori di questo o quel procuratore, di questa o di quella polizia postale, delle campagne diffamatorie giornalistiche, ecc”.

Secondo il sito, molti di coloro che hanno criticato il funzionamento e la diffusione dei dialer hanno guadagnato dai dialer stessi, “portali che si sono arricchiti coi dialer (o meglio: che hanno evitato il fallimento coi dialer)”, sono anche stati la causa dell’apertura di ” decine, centinaia di indagini basate soltanto sulla calunnia, sulla diffamazione e sulla disinformazione”.

L’accusa è circostanziata e si rivolge anche ai motori di ricerca che, nel pieno della campagna anti-dialer, hanno continuato ad inserire nei propri indici “siti-pirata, quasi sempre esteri, che contengono invadenti applet java, o altri programmi invasivi che sono in grado di alterare i parametri di connessione dell?utente”.

“Perciò – viene affermato – se c?è un problema, è quello delle pubblicita? ingannevoli dei dialers, pubblicate da portali troppo distratti o troppo compiacenti, o magari cointeressati, e non dei dialers in quanto tali”.

PayWebItalia sostiene che tra pregiudizi e ignoranza si è arrivati a denunce anche da parte di quegli utenti che hanno letto il disclaimer e cliccato su “ok”, accettando l’installazione del dialer, e hanno poi presentato denuncia, scatenando “la spirale dei controlli” da parte di “polizie postali” che “non tengono conto che sul browser c?e? un bottoncino che si chiama ?cronologia? (o magari lo considerano un dettaglio non importante) che consentirebbe di risalire a tutti i siti visitati, per individuare poi quelli contenenti dialer, quindi si potrebbe appurare che costi e condizioni sono indicati, e tutto finirebbe li?”.

“Siamo stanchi di questa nazione ipocrita – si legge sul sito – dove finche? i dialer facevano fatturare a telecom italia 60 milioni di euro al mese avevano il beneplacito di tutti: a partire dall?agcom, (che approvava le tariffe che ora rinnega), dal ministero delle comunicazioni (per soccorrere i fornitori di dialer dopo la chiusura dei 709 hanno perfino autorizzato l?uso degli 899)”.

“Cio? che sta avvenendo in Italia – concludono sconsolatamente quelli di PayWebItalia – non ha ne? paragoni ne? precedenti con nessun altro paese europeo, dove il dialer a pagamento non e? altro che un normale metodo “pay-per-view”, e gli operatori possono lavorare tranquillamente e con continuita?”.

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Pubblicato il 5 nov 2003
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