Roma – La Vecchia Europa non sembra accorgersi degli enormi problemi che stanno maturando rapidamente nell’est europeo e in particolare in paesi, come l’Ucraina, che vivono assediati da tentazioni di controllo e censura. Ne è un esempio la clamorosa legge appena approvata in prima lettura dal Parlamento del paese, una legge che conquista il voto parlando di terrorismo e diffamazione ma di fatto limita la libertà di parola dentro e fuori dalla rete.
Sulla scia delle grossolane manovre con cui il governo di Kiev sta tentando di acquisire il pieno controllo sui domini internet nazionali.ua, la nuova legge vieta la pubblicazione di contenuti violenti, pornografici o discriminatori. Divieti di una vaghezza tale da generare, evidentemente, una valanga di perplessità sull’applicabilità della censura e soprattutto sulla incertezza del diritto che si viene a costituire.
Il tutto viene fatto passare abbastanza facilmente – non è bastata l’opposizione di un paio di partiti che siedono in Parlamento – perché si giustificano le nuove censure come necessarie nella lotta al terrorismo . Sarebbe per questo che le norme vietano ora espressamente le pubblicazioni che parlino di sovvertimento non democratico dell’ordine costituzionale. Più comprensibili, sebbene vaghe, le disposizioni che vietano la diffusione di informazioni “che potrebbero danneggiare l’onore o la reputazione delle aziende o degli individui”.
Secondo giornali locali, come la Ukrainskaya Pravda, dietro questa legislazione ci potrebbe essere l’interesse dell’attuale presidenza ucraina per controllare la stampa in vista delle elezioni presidenziali previste per il prossimo ottobre 2004. Un’illazione, evidentemente, che certo ha come sponda le accuse che dal Consiglio d’Europa più volte si sono riversate sul capo del presidente ucraino, Leonid Kuchma, decisamente propenso a non consentire all’informazione di circolare al di fuori di una qualche forma di controllo.
Inutile dire, poi, che per un paese che non ha un sistema di proxy centralizzato, come invece accade altrove, ad esempio in Cina o in Arabia Saudita, controllare i contenuti che circolano su internet è un’utopia. Ma è proprio questo che spaventa, perché aumenta enormemente la discrezionalità dell’intervento censorio .