Galera e dissidenti, isteria pechinese

Galera e dissidenti, isteria pechinese

Rimessi in libertà dopo un anno la studentessa Liu Di e altri due giovani che non avevano osannato il regime cinese. Ma il quarto del gruppo, nelle stesse ore, viene condannato a quattro anni nel silenzio generale
Rimessi in libertà dopo un anno la studentessa Liu Di e altri due giovani che non avevano osannato il regime cinese. Ma il quarto del gruppo, nelle stesse ore, viene condannato a quattro anni nel silenzio generale


Pechino (Cina) – Si è conquistata la prima pagina di molti giornali nel mondo la liberazione in queste ore di Liu Di , studentessa di 23 anni il cui caso aveva sollevato molto rumore. La ragazza era infatti finita in carcere per un anno dopo aver pubblicato online delle tesi critiche sul governo di Pechino. E proprio mentre si applaude alla sua liberazione, clamorosa per quanto tardiva, un tribunale cinese ha condannato un altro giovane per un eguale reato d?opinione.

In un paese che conta decine di milioni di utenti internet e nel quale gli internet café e una sana incoscienza spingono migliaia di giovani ad esprimere idee proprie talvolta in conflitto con le idee ufficiali, in un paese nel quale i provider sono dichiarati responsabili dei contenuti , appare sempre più in tutta la sua evidenza l’incapacità del regime pechinese di mantenere il controllo della situazione.

Tanto più che la liberazione di Liu Di e di altri due giovani dissidenti era stata richiesta da un nutrito gruppo di accademici cinesi che per la prima volta si sono esposti fino al punto da contraddire le scelte del regime. Sotto lo pseudonimo di Stainless Steel Mouse , Liu aveva pubblicato in rete, più volte, le sue critiche alla repressione anti-democratica, fino a quando è stata arrestata. Per un anno le è stato impedito di vedere la famiglia alla quale, inaspettatamente e improvvisamente, è stata restituita nelle scorse ore. Una mossa che si deve forse alla imminente visita del premier tedesco Gerhard Schroeder a Pechino.

Al quarto dissidente arrestato insieme a Liu Di, Jiang Lijun, non è andata così bene. Complice forse il minor appeal del suo caso sugli organi di stampa o le difficoltà oggettive dei gruppi di pressione internazionali, Jiang nelle ore della liberazione dell’amica Liu si è beccato una condanna a quattro anni di carcere . Un caso che ha molti precedenti, come quello che poche settimane fa ha visto l’arresto di un utente colpevole di idee sbagliate o quello, di poco precedente, della cattura di un webmaster colto a ficcanasare sui desaparecido cinesi.

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Pubblicato il
2 dic 2003
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