Roma – Alcuni giganti nella produzione di schede di memoria flash hanno varato negli scorsi giorni un’alleanza, chiamata USB Flash Drive Alliance (UFDA), la cui finalità è quella di promuovere le memorie non volatili con interfaccia USB come sostituto delle tecnologie di memorizzazione basate su supporti magnetici trasportabili, primo fra tutti l’ormai obsoleto floppy disk.
Tipici rappresentati dei drive flash con interfaccia USB sono le cosiddette “penne USB”, piccole memorie con capacità tipica compresa fra i 64 e i 256 MB (ma disponibili anche in tagli fino a 2 GB) che, proprio come una penna, possono essere agganciati al taschino.
L’UFDA, fra i cui membri fondatori vi sono Samsung Semiconductor e Lexar Media, intende promuovere i drive flash USB sia sotto il lato commerciale, attraverso iniziative di mercato che spingano i produttori di PC ad includere le penne USB nei loro sistemi, sia sotto il lato tecnico, attraverso lo sviluppo di alcune specifiche standard che agevolino la creazione, da parte dei produttori, di dispositivi “sufficientemente piccoli da stare in un portachiavi” e in grado di funzionare con un insieme comune di driver.
Secondo la società di indagini di mercato Semico Research, nel 2007 i drive flash USB venduti nel mondo ammonteranno a 250 milioni, una quantità oltre otto volte maggiore rispetto a quella venduta quest’anno.
“Nonostante questo tipo di memorie portatili godano di una crescente popolarità, molte persone non conosco ancora questo prodotto”, ha affermato Steffen Hellmold, presidente dell’UFDA.
Proprio di recente MandrakeSoft ha annunciato una versione avviabile da CD della propria distribuzione di Linux che includerà, nell’edizione retail, una penna USB: qui sarà possibile archiviare in automatico impostazioni di sistema e dati personali criptati.
Alcuni analisti hanno fatto notare come fra i membri dell’alleanza manchino ancora diversi grandi nomi del settore, fra cui Sony, Trek 2000 e M-Systems.