Il primo cybersquatter ammette tutto

Il primo cybersquatter ammette tutto

John Zuccarini ha inventato l'arte del catturare domini internet a scapito dei diritti degli altri ed è finito nei guai per aver spacciato porno ai minori su domini dal nome del tutto simile a quello dei cartoni animati
John Zuccarini ha inventato l'arte del catturare domini internet a scapito dei diritti degli altri ed è finito nei guai per aver spacciato porno ai minori su domini dal nome del tutto simile a quello dei cartoni animati


Roma – L’artista del cybersquatting, colui che ha inventato un business che per alcuni anni ha tenuto banco in mezzo mondo, ha ammesso di essere colpevole di 49 capi di imputazione, tutti relativi all’aver spinto un numero elevato di minori su siti pornografici, truccati, nel nome, per apparire come spazi dedicati agli eroi dei fumetti e ai personaggi dei cartoni animati.

Con questa triste storia si chiude dunque la carriera, per così dire, dell’americano John Zuccarini , il primo ad aver avviato un’attività commerciale sul filo dell’illegalità registrando nomi a dominio di importanti marchi internazionali o di celebrità hollywoodiane e tentando poi di rivenderli ai diretti interessati con una sostanziosa maggiorazione.

In realtà Zuccarini nel tempo ha fatto ben di più, espandendo in ogni direzione il business dei domini e procurandosi guai giudiziari in più paesi. Solo negli Stati Uniti sono decine i casi nei quali è coinvolto. Al suo arresto, avvenuto lo scorso settembre , si è arrivati solo perché l’ FBI aveva spinto sul Congresso americano per varare una legge ritagliata su misura per Zuccarini.

L’uomo è però finito nei guai seri non per il cybersquatting ma per la pratica nota come typosquatting , ossia l’uso di nomi a dominio quasi del tutto simili a nomi famosi e indirizzi molto popolari, domini e indirizzi sui quali si può finire se si digita male l’indirizzo nella barra del browser (ad esempio gooogle.it invece di google.it e così via). Lavorando su questo fronte, Zuccarini aveva messo in piedi una serie di siti pornografici ricolmi di pubblicità che gli rendevano un tot per ogni accesso di nuovi utenti. L’uomo ha pensato bene, per raccogliere rapidamente molti soldi, di associare a questi siti nomi a dominio del tutto simili ai nomi di eroi dei fumetti o di personaggi dei cartoni animati.

Secondo l’accusa, solo da questa attività il 56enne Zuccarini avrebbe ricavato almeno un milione di dollari all’anno per alcuni anni. Con la sua ammissione Zuccarini spera di ridurre la pena che i giudici vorranno attribuirgli e che, secondo gli osservatori, non potrà comunque essere inferiore ai tre anni di carcere .

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Pubblicato il
12 dic 2003
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