Decreto Grande Fratello, parte la petizione

Decreto Grande Fratello, parte la petizione

La lancia QuintoStato, che intende coinvolgere provider, operatori, utenti e militanti delle libertà digitali in una battaglia contro il decreto sulla data retention che ha sollevato tante perplessità
La lancia QuintoStato, che intende coinvolgere provider, operatori, utenti e militanti delle libertà digitali in una battaglia contro il decreto sulla data retention che ha sollevato tante perplessità


Roma – “Con la presente, intendo protestare per il decreto che il consiglio dei ministri ha improvvisamente varato lo scorso 23 dicembre. Ritengo che la conservazione coatta dei siti che visito, dei destinatari delle mie telefonate e delle mie email per un periodo non inferiore ai 5 anni costituisca una violazione inaccettabile dei diritti inviolabili che mi spettano in quanto cittadino, così come sancito dall’art. 15 della Costituzione. Ritengo inoltre che una decisione così importante avrebbe meritato un ampio dibattito pubblico, e non una scelta unilaterale ed improvvisa. Auspico quindi che il Parlamento possa correggere i punti del decreto nel rispetto del nuovo codice della Privacy. Diversamente, mi servirò solo di provider che sfruttano server e connessioni residenti all’estero”.

Questo il testo della petizione messa a punto da QuintoStato , una petizione che punta a raccogliere le manifestazioni di dissenso verso una normativa sulla data retention che non è andata giù ai provider italiani, non è piaciuta affatto al Garante per la privacy e che in molti contestano apertamente dal momento della sua approvazione nei giorni scorsi (leggi anche: Bomba natalizia dal Governo ).

La petizione è introdotta dal testo dei Verdi Fiorello Cortiana e Monica Frassoni, secondo cui “il decreto legge del governo, che raddoppia i tempi di conservazione dei tabulati telefonici e di internet per tutti i cittadini nel nome della lotta al terrorismo, mette in discussione in modo indiscriminato diritti fondamentali garantiti costituzionalmente”.

“L’art.15 della costituzione – continua il testo – afferma l’inviolabilità della libertà e della segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, l’estensione assoluta della limitazione di queste libertà non trova rispondenza nella lotta al terrorismo. Un provvedimento di questo genere non si prende attraverso un decreto alla vigilia di natale, è un amaro regalo per la costituzione, per il parlamento e per tutti i cittadini italiani. Alla ripresa dei lavori interesseremo il parlamento italiano ed europeo e gli organismi di tutela internazionale della privacy e dei diritti costituzionali, affinchè il governo italiano modifichi il provvedimento nel rispetto delle garanzie fondamentali”.

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Pubblicato il
29 dic 2003
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