IBM nello scandalo delle mazzette

IBM nello scandalo delle mazzette

Anche le autorità americane vogliono vederci chiaro nelle attività coreane del colosso informatico, finito al centro di un brutto scandalo che rischia di travolgere le sue attività in Corea
Anche le autorità americane vogliono vederci chiaro nelle attività coreane del colosso informatico, finito al centro di un brutto scandalo che rischia di travolgere le sue attività in Corea


Roma – In tre sono stati licenziati in tronco appena la questione è giunta all’attenzione dei media ma questo non è bastato ad IBM per evitare di finire in mezzo ad un brutto scandalo relativo ad un giro di mazzette in Corea del Sud. Tangenti per corrompere pubbliche autorità sudcoreane che sarebbero state pagate non solo dalla divisione coreana di IBM ma anche dalla joint venture locale realizzata dal colosso americano con il produttore coreano LG Electronics. Anche quest’ultima non è riuscita a sottrarsi all’inchiesta.

Le autorità di controllo statunitensi hanno deciso di aprire un proprio filone di inchiesta in quanto alle società americane che operano all’estero viene fatto esplicito divieto, com’è ovvio, di utilizzare fondi in modo illegale per assicurarsi vantaggi competitivi. Ed è questa l’accusa caduta su IBM Korea e su un’altra quindicina di aziende, ritenute responsabili di aver fatto circolare centinaia di migliaia di dollari per corrompere i funzionari sudcoreani e ottenere l’assegnazione di commesse pubbliche dal valore di molti milioni di dollari.

Al momento sono 48 le persone coinvolte dall’inchiesta in corso, tra funzionari pubblici e dirigenti di vario grado delle società ritenute colpevoli di aver messo a punto un sistema di tangenti andato avanti per circa tre anni. Un giro che, secondo l’accusa, sarebbe stato diretto da Chang Kyoung-ho, uno dei massimi funzionari di IBM Korea.

La situazione ha messo in fibrillazione l’intero settore hi-tech del paese, che è il traino dell’economia sudcoreana, tanto che il ministero dell’Informazione ha già avviato una inchiesta interna per appurare nel più breve tempo possibile quali siano state le occasioni in cui propri funzionari abbiano ceduto alle profferte delle società commerciali.

Il tutto naturalmente è condito da ispezioni approfondite nei bilanci e nelle attività di IBM Korea. La stessa IBM si è immediatamente messa a disposizione degli inquirenti per collaborare al massimo grado e riuscire nel più breve tempo possibile di venire a capo delle attività illegali condotte, a quanto pare, da tre dei propri funzionari locali. In ballo per IBM c’è una divisione locale che negli ultimi anni è riuscita a fatturare più di un miliardo di dollari l’anno impiegando una forza lavoro di circa 2.500 persone.

Le commesse governative che si ritengono oggetto della corruzione riguardavano la fornitura di computer, server e altri componenti informatici.

Per il Governo coreano ora la priorità è dimostrare che la situazione è sotto controllo, che i colpevoli saranno puniti e che quanto accaduto non potrà ripetersi. Obiettivi tutt’altro che facili da raggiungere.

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Pubblicato il
8 gen 2004
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