Roma – Non è riuscito a sconfiggere un tumore con cui lottava da tempo ed è morto due giorni fa a 76 anni nella sua casa del New Jersey, a Berkeley Heights. Billy Kluver è stato uno dei grandi ispiratori dell’arte multimediale, un visionario delle tecnologie informatiche al servizio dell’arte e della scienza piegata verso altre vie di sviluppo.
Kluver era un ingegnere che aveva a cuore la ricerca scientifica al punto da vederne applicazioni ben al di fuori degli ambiti tradizionali. Il momento più importante, che testimonia la sua qualità di “visionario dell’arte tecnologica” si ebbe nel 1966, quando mise insieme una singolare ensemble di scienziati, ingegneri ed artisti. Loro, 30 professionisti della ricerca che provenivano da istituzioni scientifiche di grande importanza come i Laboratori Bell, diedero vita a quello che viene considerato il primo “festival” multimediale: “Nine Evenings: Theater and Engineering” .
Nel 1970 Kluver fu il geniale autore del Pepsi Pavilion all’Expo di quell’anno ad Osaka, in Giappone, una struttura avveniristica, “capace di esporre senza imporre”, che non offriva guide e didascalie ma solo spunti visivi e tecnologici al visitatore dell’Expo.
Una struttura che ha coronato dieci anni di ricerca nei quali, insieme a tanti altri protagonisti ed artisti dell’epoca, ha portato una ventata di innovazione senza precedenti.
“Fu la nascita – scrive Randall Packer su Zakros.com – di un movimento che univa le discipline delle arti e delle scienze, una volta e per sempre, portandole su un medium unico con più decisione, forse, di qualsiasi altro momento della storia da Aristotele e l’antica Grecia”.
Una buona rassegna di alcuni dei momenti più importanti della carriera artistico-tecnologica di Kluver si trova presso l’ Art Museum .