Internet, la Carta dei Minori

Internet, la Carta dei Minori

Dignità e riservatezza, libertà di espressione, socializzazione e gioco, educazione: questi alcuni dei principi ispiratori del documento messo a punto dal Consiglio nazionale degli utenti in seno all'Autorità TLC. Ecco di cosa si tratta
Dignità e riservatezza, libertà di espressione, socializzazione e gioco, educazione: questi alcuni dei principi ispiratori del documento messo a punto dal Consiglio nazionale degli utenti in seno all'Autorità TLC. Ecco di cosa si tratta


Roma – Chi sgarra paga e chi non riuscirà ad adeguare i propri servizi e le proprie attività alla Carta dei diritti dei minori in rete , appena annunciata, dovrà risarcire. Così ha deciso il Consiglio nazionale degli utenti , una struttura che opera in seno all’ Autorità TLC e che ormai da anni lavora per trovare una mediazione tra gli interessi dei minori e lo sviluppo della rete.

Rifacendosi alla Costituzione, la Carta si compone di nove capitoli dai titoli piuttosto esplicativi: Libertà di espressione, eguaglianza, educazione e formazione, socializzazione e gioco, salute, ascolto, dignità e riservatezza, sicurezza.

Come si vede, i capitoli si richiamano direttamente ai principi che sono già inseriti nelle convenzioni internazionali, principi che ora vengono riorganizzati e proposti agli operatori italiani in uno schema coerente.

Il provvedimento varato nella seduta di ieri dal Consiglio presieduto dal presidente emerito della Corte costituzionale, il professor Cesare Mirabelli, da un lato sottolinea le grandi opportunità che la rete offre agli educatori e ai minori, sia come tesoro di conoscenza che come terreno di socializzazione e crescita individuale, dall’altro però chiama tutti i soggetti che operano su internet ad assumersi maggiori responsabilità .

L’idea di fondo è che l’unico modo per garantire maggiore sicurezza e contestualmente soddisfare le legittime aspettative che derivano dall’uso di internet è in una collaborazione a tutto campo , in cui scuola, famiglie, istituzioni, provider e ogni altro soggetto ponga tra le proprie priorità anche le esigenze dei minori in rete. “Internet – si legge nelle carte del Consiglio – deve essere considerato nella più vasta rete dei sistemi comunicativi ed in relazione ad essi. La televisione, la telefonia fissa e portatile, la trasmissione di immagini, i sistemi di registrazione se interconnessi esaltano le potenzialità della rete e vedono esaltate dalla rete le proprie. Ogni questione relativa ad internet non può, quindi, prescindere dal considerare la complessità comunicativa di cui internet è parte”. Anche per questo la cooperazione necessaria tocca una ampia pluralità di soggetti.

Ma, in questo modo, il Consiglio ritiene possibile lo sviluppo di una “nuova attenzione” capace anche di avvicinare ad internet coloro che fin qui non hanno potuto accedervi, e in particolare quei bambini che per situazioni familiari o più probabilmente scolastiche non hanno ancora avuto la possibilità di confrontarsi con le opportunità della grande rete. Questo aspetto del digital divide , che rende diseguali le possibilità dei minori italiani, può essere superato nell’impegno comune, capace secondo il Consiglio di sfruttare la tecnologia proprio per superare quelle disabilità e situazioni di svantaggio che oggi provocano questo divario.

Su ogni altra considerazione, com’è probabilmente inevitabile in un contesto in cui si pone l’attenzione sui minori, ha avuto il più ampio risalto la questione della sicurezza . Questo è il fronte su cui una rinnovata e maggiore attenzione deve fare la differenza, secondo il Consiglio, in modo tale che il contesto ambientale della rete frequentata dai bambini possa offrire loro garanzie.

Necessario, dunque, perseguire le attività criminose che sfruttano proprio i minori nei modi più diversi ma anche necessario colpire chi decide di non intervenire per contrastare certi fenomeni. “La violazione dei diritti del fanciullo nell’uso e con l’uso della rete – ha affermato il Consiglio – mediante azioni o omissioni dolose o colpose, è un illecito che obbliga colui che lo ha commesso a risarcire il danno, anche non patrimoniale, ferma l’applicazione delle sanzioni previste da specifiche norme”.

Nelle prossime ore la Carta sarà pubblicata nella sua interezza sul pur farraginoso sito del Consiglio .

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Pubblicato il
4 feb 2004
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