Apple/ Uno sguardo ad iLife 2004

Apple/ Uno sguardo ad iLife 2004

di D. Galimberti. Ecco una breve recensione dei pacchetti e delle più importanti funzionalità inclusi nella nuova suite di Apple per la creazione e la gestione di contenuti digitali
di D. Galimberti. Ecco una breve recensione dei pacchetti e delle più importanti funzionalità inclusi nella nuova suite di Apple per la creazione e la gestione di contenuti digitali

Roma – Presentata lo scorso gennaio in occasione del MacWorld Expo di San Francisco , iLife 2004 è la nuova versione della suite di prodotti che Apple dedica agli utenti consumer. Della suite fanno parte diverse applicazioni, fra le quali iTunes, iPhoto, iMovie e iDVD, dedicate alla creazione, alla gestione e all’archiviazione dei contenuti digitali.

iTunes non presenta alcuna variazione rispetto alla già esistente versione 4.2, e resta l’unica applicazione ancora liberamente scaricabile dal sito Apple, sia in versione Mac che in versione Windows. Non potrebbe essere diversamente, visto che iTunes rappresenta anche l’interfaccia necessaria per accedere all’iTunes Music Store, il “negozio” di musica on-line che a breve (dopo aver superato lo scoglio burocratico delle diverse legistazioni) sbarcherà anche in Europa.

iMovie 4 mantiene la stessa impostazione alla quale siamo abituati, ma sotto l’apparenza si nasconde un programma ampliamente migliorato. Innanzitutto sono stati definitivamente risolti tutti i problemi che avevano afflitto le prime release della versione precedente (problemi che, ad onor del vero, erano comunque già stati eliminati da alcuni aggiornamenti), ma quello che si nota lavorandoci è un decisivo incremento di prestazioni nel rendering di effetti e transizioni.

A livello di funzionalità, possiamo notare diverse migliorie a livello di editing, come un nuovo sistema di sincronizzazione audio/video, o la possibilità di eseguire trimming diretto non distruttivo (sia audio che video) direttamente nella timeline. Non mancano infine le aggiunte di nuovi effetti, in particolare suoni e titolazioni (tra le più gettonate possiamo sicuramente menzionare le scritte con effetto alla “Star Wars”).

Infine è stata implementata la possibilità di registrare filmati in tempo reale da iSight, la webcam firewire di Apple: si tratta di una funzione che probabilmente non sarà molto sfruttata, ma per i casi in cui dovesse servire è una possibilità in più che non poteva mancare.

La nuova versione di iPhoto, pur nella sua semplicità, è uno dei programmi che ha beneficiato di un maggiore restyling. A livello di organizzazione, la crezione degli Album è ora in tutto simile a quella del Playlist di iTunes, e possiamo creare nuove raccolte in maniera automatica in base alle parole chiave o ai voti che abbiamo associato alle nostre foto. La sezione di editing si arricchisce di un nuovo comando per creare un effetto seppia sulle immagini.

Pur comprendendo la natura “semplicistica” dell’applicazione, che non vuole essere un programma di fotoritocco ma un semplice programma di correzione e achiviazione delle immagini, sarebbe stata apprezzabile anche l’aggiunta di qualche comando extra per la correzione manuale della gamma di colore o della saturazione; attualmente l’utente può accedere solo ai parametri di luminosità e contrasto (oltre che al ritaglio), mentre il bilanciamento dei colori viene eseguito solo in automatico.

La modalità presentazione è stata anch’essa arricchita con nuovi effetti di transizione derivati in modo evidente da Keynote, mentre per la colonna sonora è possibile utilizzare una qualsiasi canzone presente nella libreria di iTunes.

Una delle possibilità più interessanti di iPhoto è sempre stata quella di realizzare delle raccolte, cioè di creare dei “libretti” con diversi stili e composizioni, aggiungendo anche i commenti che descrivono i propri scatti; grazie ad una serie di centri convenzionati, è poi possibile ordinare la stampa della propria raccolta, così come quella delle singole foto. Con l’introduzione della versione 4 questo servizio viene reso disponibile anche in Europa, anche se al momento attuale pare che in Italia il servizio non sia ancora pienamente attivo.

Proseguendo nell’esame della nuova versione di iLife, si può notare come iDVD sia l’applicazione che probabilmente porta con sé il più cospicuo numero di aggiornamenti. Quelli che saltano subito all’occhio sono una maggior selezione di temi e la possibilità di visualizzare una mappa panoramica dell’intero progetto. Per quanto riguarda l’editing, sono state incrementate le possibilità di personalizzazione di pulsanti e testi, ed è stato allungato il tempo di animazione dei menù. Inoltre è stata aggiunta la possibilità di eseguire un filmato in automatico all’inserimento del DVD nel lettore, mentre il sistema di codifica professionale consente di registrare fino a 90 minuti di filmato.

Con iDVD 4 è possibile creare e registrare i propri progetti, questo anche se non si dispone di un’unità SuperDrive, consentendo poi di trasferirli su un altro computer per realizzare il DVD vero e proprio.

Tutte le applicazioni di iLife sono strettamente interconnesse tra di loro. Per esempio, da iPhoto possiamo scegliere una canzone che ci faccia da colonna sonore durante le presentazione direttamente dalla libreria di iTunes, mentre basta premere un pulsante per trasferire le foto di un album in un progetto di iDVD, dove potremo aggiungere transizioni e colonna sonora. Allo stesso modo in iMovie (così come nella versione precedente) possiamo importare audio da iTunes, e foto alle quali applicare il suggestivo effetto Ken Burns, mentre anche qui è sufficiente la pressione di un tasto per trasferire il filmato in progetto di iDVD. Quest’ultimo diventa di fatto l’applicazione che raccoglie tutti i tipi di media che abbiamo importato, creato ed elaborato; da iDVD possiamo richiamare tutti i files delle altre applicazioni iLife per realizzare nella maniera più semplice un progetto completo.

Infine, playlist di iTunes e album di iPhoto possono essere condivisi in rete con una semplice impostazione; con la stessa semplicità possiamo anche esportare foto, musica e filmati sul nostro sito “.mac” o su un qualsiasi dispositivo che possa riceverli (per esempio palmari e cellulari bluetooth). Veniamo ora alla vera grande novità della nuova versione di iLife: GarageBand. Si sono spese molte parole per descrivere cosa è in grado di realizzare questa applicazione, ma forse la cosa migliore è spiegarlo nella maniera più semplice possibile: GarageBand permette di mixare tra di loro tracce MIDI e tracce analogiche.

Le tracce MIDI possono provenire dalle centinaia di loop incluse nell’applicazione, oppure possono essere registrate in tempo reale utilizzando una qualsiasi tastiera MIDI o USB. Per chi non disponesse di tali strumenti, è possibile utilizzare anche una tastiera virtuale compresa nello stesso GarageBand, oppure un’utility che consente di suonare con la normale tastiera QWERTY del computer (con tutti i limiti del caso).

Ovviamente, registrando una traccia MIDI possiamo scegliere tra le decine di strumenti già inclusi nell’applicazione, che vanno dal classico piano alla chitarra elettrica distorta, passando per campanellini, fiati, archi e diversi tipi di percussione.
Anche le tracce analogiche possono essere create dai loop già presenti oppure registrate “dal vivo” collegando uno strumento all’ingresso audio-in del proprio Mac. In questo secondo caso possiamo scegliere diversi tipi di amplificatori con relativi setting di equalizzazione, riverbero, distorsione, ecc..

Ogni traccia inserita nella nostra creazione può essere mixata con opzioni di regolazione del volume (lungo tutta la durata della traccia), del canale L/R, di equalizzazione (manuale o predefinita), eco, riverbero e gate.

GarageBand non è certo uno strumento professionale, ma compie più che egregiamente il proprio dovere. Senza conoscere nulla di musica, con poche operazioni è possibile creare una colonna sonora per i propri filmati o le proprie presentazioni. Basta creare un nuovo file
scegliendo tonalità e tempo, dopodiché si sfogliano le centinaia di loop preregistrati alla ricerca di ciò che interessa: l’archivio è suddiviso in diverse categorie e sottocategorie e possiamo scegliere di visualizzare tutti i loop di un determinato strumento, genere o stile. Quando si trova il loop interessato, lo si trascina nell’area di lavoro creando così le tracce di batteria, basso, fiati, chitarre, ecc., dopodiché è sufficiente trascinare il loop lungo l’asse temporale per realizzare la lunghezza desiderata.
Non dobbiamo preoccuparci della sincronizzazione delle varie tracce, in quanto viene realizzata automaticamente da GarageBand durante il posizionamento.

Se abbiamo la possibilità e la capacità (o la voglia) di cimentarci in ulteriori tracce registrate in real-time, possiamo aggiungerne fino a che il nostro Mac ne supporta; ma anche limitandosi a “giocare” solo con i loop si possono ottenere risultati interessanti. Il lavoro realizzato potrà essere esportato verso la libreria di iTunes, così da essere disponibile per ogni altra applicazione di iLife.

Concludiamo rammentando che la suite iLife, che comprende iTunes, iPhoto, iMovie, iDVD e GarageBand, è preinstallata su tutti i nuovi Mac ed è venduta al pubblico al prezzo di 49 euro.
iTunes rimane l’unica applicazione scaricabile liberamente (per gli ovvi motivi menzionati sopra) mentre in precedenza lo erano anche iPhoto e iMovie. In compenso il prezzo è sceso da 99 a 49 euro, e il miglioramento della suite è stato notevole, soprattutto se consideriamo l’aggiunta di un’applicazione come GarageBand e la possibilità di utilizzare iDVD anche su macchine sprovviste di SuperDrive.

L’installazione di iDVD e GargeBand richiede comunque una macchina dotata di lettore DVD, dispositivo presente su tutte le macchine in vendita da almeno un anno a questa parte, e anche andando indietro di un altro paio di anni escluderebbe solo le versioni base dei primi eMac.

In ogni caso GarageBand è abbastanza “avido” di risorse (soprattutto se il numero di tracce è elevato e si applicano molti effetti alle tracce) e installarlo su macchine datate non sarebbe comunque consigliato.

Domenico Galimberti

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Pubblicato il
24 feb 2004
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