Roma – Pubblichiamo di seguito una lettera aperta della Se.Ge.C. snc indirizzata a Paolo Landi (ADICONSUM) dopo sue le dichiarazioni al TG3 sulla presunta inaffidabilità dei pagamenti online.
Egregio Dottore, è con grande rammarico che Le scrivo la presente.
Ieri sera alle 19:00 ho avuto modo di vedere il TG3 e sono rimasta estremamente delusa dalle Sue dichiarazioni in merito ai pagamenti con carte di credito e sulla presunta “inaffidabilità” dei pagamenti su internet, dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano e che, ahimè, non sono in alcun modo correlate alla realtà dei fatti, che come qualsiasi operatore del settore sa, sono assai differenti.
Mi permetta dunque, avendo un negozio di e-commerce da 4 anni, di farLe qualche appunto sul Suo intervento, naturalmente senza nessun intento polemico ma con la chiara intenzione di informare e non lasciarsi prendere da facili allarmismi e da luoghi comuni che, in tutta franchezza, al giorno d’oggi sono piuttosto risibili.
Innanzitutto è doveroso precisare che la truffa a cui il TG3 ha dedicato il servizio in oggetto non era in alcun modo relazionata o relazionabile al commercio elettronico, precisazione decisamente importante, dato che rende piuttosto inspiegabile il Suo intervento quanto le motivazioni che lo hanno generato: la truffa delle 5000 carte di credito clonate è una “normalissima” truffa operata da un esercizio commerciale come un altro, un esercizio commerciale che non fornisce nessuna delle garanzie che invece la maggior parte dei negozi di e-commerce dà, garanzie di sicurezza facilmente verificabili dai nostri clienti.
La maggior parte dei negozi di e-commerce si appoggia a sistemi di pagamento online, come Banca Sella o la Banca Antonveneta, sistemi di pagamento che, abbastanza naturalmente, sono studiati per essere sicuri, e si avvalgono di sistemi come la crittazione della connessione; il pagamento è, a noi, completamente trasparente: noi non abbiamo le credenziali delle carte di credito, noi non vogliamo le credenziali delle carte di credito, vien da se che per noi è totalmente impossibile clonare alcunché o danneggiare i nostri clienti attraverso movimenti sottobanco, e spero che nessuno intenda accusare quelle che a tutti gli effetti sono vere e proprie banche di maneggiare con leggerezza i pagamenti degli utenti che a loro si affidano.
Dal punto di vista del consumatore, poi, la garanzia di concludere senza imbrogli è totale: comprando online con carta il cliente può anche rischiare di vedersi addebitare spese non fatte, ma può riavere tutto il suo denaro con un semplice reclamo in banca.
Se invece il cliente acquista in un negozio fisico non è egualmente garantito: esiste infatti una franchigia di circa 150 euro che il cliente paga di tasca sua in caso di uso fraudolento della sua carta.
Quindi è molto più garantito il titolare che compra con la carta di credito online rispetto a quello che compra nel negozio sottocasa.
Dopo l’arrabbiatura iniziale, dovuta al fatto che ancora una volta la nostra categoria cade in preda della più classica delle “paure del nuovo” e ancora una volta senza una motivazione reale e tangibile, devo dire che dopo qualche ora rimane solo la delusione e la beffa. Noi merchants non siamo in alcun modo protetti e tantomeno tutelati, siamo completamente alla balia di leggi antiquate e che non riflettono in alcun modo le necessità e le esigenze reali del commercio elettronico, noi dobbiamo lavorare di più e meglio di qualsiasi altro esercizio commerciale per guadagnarci un minimo di fiducia da parte del cliente, per poi vedere andare il tutto a rotoli per le affermazioni semplicistiche e dettate dal panico del momento di chi invece dovrebbe muoversi nella direzione opposta, creando reale informazione e tutelando il consumatore.
Dottor Landi, i nostri sistemi ed i nostri metodi sono alla luce del sole, sono verificabili, non ci sono trucchi e non ci sono inganni, quale altro esercizio commerciale può affermare lo stesso ? Non sarebbe consigliabile istruire il consumatore all’utilizzo di questi mezzi piuttosto che intimidirlo ? Ha senso continuare a parlare di innovazione, e-learning, e-government ed e-banking quando poi, su un telegiornale nazionale, il Segretario Generale dell’Associazione Consumatori “sconsiglia” l’utilizzo delle carte di credito su Internet per motivazioni non pervenute ?
Confido voglia, quantomeno, approfondire l’ argomento per fornire un’informazione chiara e super partes.
Cordialmente,
Gea Tasselli
Se.Ge.C. snc
NOTA
Punto Informatico rimane naturalmente a disposizione di ADICONSUM per una replica alla presente lettera aperta.