Washington (USA) – Con una decisione che ha fatto rapidamente il giro della rete, lo US Patent and Trademark Office ha stabilito che i brevetti rivendicati da Eolas su alcune tecnologie base del Web non sono validi e potrebbero essere annullati entro pochi mesi.
Si tratta di una “sentenza preliminare” dovuta alla revisione dei brevetti stessi da parte dell’Ufficio, una revisione chiesta a gran voce dal World Wide Web Consortium di Tim Berners-Lee. Lo stesso Berners-Lee, come si ricorderà, aveva parlato di una situazione brevettuale che avrebbe potuto mettere a rischio lo sviluppo stesso del Web .
La scelta dell’Ufficio è destinata con ogni probabilità a consentire il ribaltamento della sentenza con cui Microsoft, per il suo browser Internet Explorer, è stata condannata a pagare 521 milioni di dollari per la violazione dei brevetti Eolas, tecnologie sviluppate dall’Università della California e affidate appunto ad Eolas per la gestione dei relativi diritti.
La prima a reagire alla decisione dell’Ufficio è stata proprio Microsoft che ha ricordato come “fin dall’inizio, quando abbiamo analizzato la cosa, abbiamo espresso la convinzione che questo brevetto sarebbe stato dichiarato nullo”. Nelle prossime ore ci si attende un commento del Consortium.
E’ bene sottolineare, però, che i brevetti su plug-in e applet rivendicati da Eolas potrebbero non essere cancellati. L’Ufficio brevetti, infatti, ora attenderà due mesi entro i quali i legali di Eolas dovranno presentare una propria memoria sulla vicenda e sull’invalidamento. A seguito di un ulteriore esame di questa documentazione, l’Ufficio prenderà una decisione definitiva che potrebbe anche considerare nuovamente valide le rivendicazioni Eolas .
Da parte sua, Eolas ha sottolineato che non è certo la prima volta che l’Ufficio, in una decisione preliminare, invalida un brevetto ma si è detta certa che la decisione finale volgerà a proprio favore.
In questo periodo di passaggio tra la sentenza iniziale e quella conclusiva, dunque, tutto rimane congelato. Microsoft, come peraltro già annunciato dalla stessa azienda, non dovrà operare le modifiche al browser che Eolas aveva richiesto. Modifiche che, come noto, impedirebbero al browser di interagire con una quantità di tecnologie web, compresi i player multimediali dei produttori rivali. Modifiche che, soprattutto, sarebbero destinate a condizionare non solo i software Microsoft ma, più in generale, quelli della grande maggioranza degli sviluppatori di tecnologie web.