Qtel, arrestati i dirigenti del provider

Qtel, arrestati i dirigenti del provider

La società di telecomunicazione nel mirino dell'indagine della Guardia di Finanza che parla di associazione a delinquere e truffa nei confronti dei consumatori. Accertate disconnessioni ad hoc per addebitare più scatti alla risposta
La società di telecomunicazione nel mirino dell'indagine della Guardia di Finanza che parla di associazione a delinquere e truffa nei confronti dei consumatori. Accertate disconnessioni ad hoc per addebitare più scatti alla risposta


Cagliari – Le sue offerte tra il 2001 e il 2002 avevano attirato molti utenti tanto verso i servizi di telefonia quanto verso quelli di connettività internet. Ma, secondo l’inchiesta della Guardia di Finanza, molte erano le truffe che si consumavano nella compagnia di telecomunicazioni sarda Qtel .

In una nota diffusa ieri, il Comando provinciale delle Fiamme Gialle cagliaritane ha comunicato di aver tratto in arresto amministratori e responsabili della società accusati di truffa pluriaggravata e continuata nei confronti degli utenti nonché di bancarotta fraudolenta.

La Guardia di Finanza ha spiegato che, dopo un anno di indagine, quella che è emersa è una associazione a delinquere che ha spinto il GIP del Tribunale di Cagliari, su richiesta della Procura della Repubblica, a firmare 10 ordinanze di custodia cautelare.

La Qtel SpA di Cagliari, come molti ricorderanno, proponeva servizi di telefonia su tutto il territorio nazionale sia attraverso la vendita di carte telefoniche prepagate che con servizi ADSL. E su entrambi i fronti, secondo gli inquirenti, sono state messe in atto truffe e raggiri.

In particolare, i sistemi informativi della Qtel, manutenuti in una server farm milanese, “erano programmati – come spiega la nota della GdF – in modo tale da creare fraudolente maggiorazioni sugli addebiti telefonici”. Ciò avveniva conteggiando il tempo più velocemente e causando disconnessioni studiate preventivamente per spingere l’utente a ricollegarsi e a pagare, ogni volta, lo scatto alla risposta. Una pratica, questa, di cui sono stati accusati più volte diversi operatori di telefonia dai propri abbonati, ma è la prima volta che ciò emerge in una indagine di questo tipo.

Non solo. Qtel, secondo gli inquirenti, acquistava connettività per un valore complessivo di milioni di euro da tutti i grandi carrier nazionali (Telecom Italia, Albacom, Edistontel, MCI WorldCom ecc.) ma “in modo premeditato” non provvedeva ai pagamenti. “Per tale ragione – si legge nella nota – i carrier, dopo vari solleciti di pagamento, interrompevano il servizio”.

A questo punto, spiegano le Fiamme Gialle, sfruttando una tempistica perfetta e una strategia predefinita proprio in vista di queste cessazioni, gli amministratori Qtel per garantire la continuità del servizio stipulavano nuovi contratti di fornitura con altre società sfruttando “a questo scopo società di capitali appositamente e fittiziamente costituite o utilizzando prestanomi”.

I debiti accumulati nei confronti dei carrier superano i 5 milioni di euro .

L’indagine che è stata condotta non solo a Cagliari ma anche a Milano, Bologna, Roma, Napoli e Caserta, ha portato a perquisizioni in dieci società di telefonia collegate alla Qtel che sono risultate a vario titolo coinvolte nelle attività illegali dell’azienda.

La Guardia di Finanza ha anche sottolineato di aver sequestrato più di 800mila schede telefoniche che erano già pronte per essere immesse sul mercato e il cui valore è pari a quasi 3 milioni di euro.

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Pubblicato il 16 mar 2004
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