Washington (USA) – Al giorno d’oggi, ogni circuito viene costruito sopra una pista metallica che conduce il flusso elettrico attraverso i vari componenti. Il problema è che le piastre su cui vengono costruiti i dispositivi d’ogni genere non resistono ad alcun tipo di aggressione meccanica . Provate a sbattere contro il muro qualsiasi congegno elettronico e ve ne renderete conto.
In futuro potrebbe non essere più così: i ricercatori della John Hopkins University , guidati da Christopher Chen, hanno messo a punto una fibra elastica ad elevata elettroconducibilità e flessibilità. La fibra, eccezionalmente resistente, è costituita da microfilamenti d’oro avvolti da una speciale guaina polimerica. Le dimensioni sono microscopiche: ogni filamento è venti volte più piccolo d’un capello.
Si aprono le porte per una nuova simbiosi uomo-macchina, meno intrusiva e più facile da realizzare.
Tuttavia, Christopher Chen, di cui si occupa Nature in questi giorni, dice che per i “computer da indossare” e per le schede madri gommose, “ci vorrà ancora del tempo”. Prima di creare dei circuiti elettrici elastici, i ricercatori intendono usare la nuova tecnologia per costruire nervi artificiali da utilizzare in campo biomedico.
Grazie a questa fibra, ad esempio, i parkinsoniani potranno fare a meno di vivere con pericolosi elettrodi metallici nel cranio: i sottili “nervi cibernetici” distribuiranno con precisione delle scariche elettriche sul tessuto cerebrale, inibendo la causa fisica dei tremori. Non c’è nulla di nuovo alla base di questa tecnica medica, diffusa sopratutto negli USA, ma adesso tutto ciò avverrà in modo più sicuro e più biocompatibile.
Gli Stati Uniti sono in pieno slancio verso le nuove tecnologie: nel mese di Marzo sono stati annunciati massicci investimenti a lungo termine per il settore della micro e nanotecnologia. I risultati di una tale politica sono già avvertibili e sempre più sorprendenti.
(Tommaso Lombardi)