Roma – La macchina della giustizia, pur con i tempi italiani, prosegue il suo cammino nel mondo dei dialer, i programmi sparati sui computer degli utenti e pensati per gonfiare, spesso illecitamente, le loro bollette. Sono 20 i rinvii a giudizio per frode informatica emessi a carico dei responsabili di altrettante società perlopiù impegnate nel settore informatico.
Stando ad una nota diffusa dalla Polizia Postale, le società coinvolte si trovano in sette regioni, vale a dire Lombardia, Liguria, Lazio, Marche, Umbria, Campania e Calabria. Tutte avrebbero messo in rete su appositi siti dei software, i dialer appunto, che senza avvertire l’utente di quanto accadeva erano in grado di scollegare il suo computer dalla rete e farlo automaticamente riconnettere ad un numero a pagamento. Si trattava, come ben noto, di numerazioni 709, 899 o altre (internazionali, satellitari ecc.) che potevano creare addebiti in bolletta nell’ordine delle centinaia di euro per ogni ora di connessione.
Alcuni dialer truffaldini erano anche promossi tramite attività di spam, talvolta persino integrati in email pubblicitarie, oppure integrati in attività web dall’apparenza del tutto legali ma che erano invece studiate proprio per convincere l’utente a cliccare su un link ingannevole e, dunque, scaricare e far partire in automatico il dialer.
L’operazione Stop Dialer , come si ricorderà, aveva già portato all’individuazione di 46 aziende , alcune delle quali all’estero, ritenute responsabili di attività non trasparenti nel settore. A carico di alcune di queste imprese sono già state emesse sanzioni economiche per circa 750mila euro per il mancato rispetto della normativa sulle telecomunicazioni.
Stop Dialer è un’azione investigativa che è nata da migliaia di denunce presentate da utenti di Imperia che si sono ritenuti vittime di vere e proprie truffe condotte a mezzo informatico e telefonico. Ed è la prima volta che una operazione di questo tipo si traduce nell’apertura di veri e propri procedimenti che tirano in ballo gli ideatori di questi schemi.
Ivan Bracco, comandante della Polizia Postale di Imperia, ha spiegato che “nel ricostruire i meccanismi della frode ed individuare i colpevoli è stata determinante la preziosa collaborazione dei cittadini che, da truffati, compariranno in processo come testimoni chiave della vicenda”. Gli accertamenti della PolPost hanno portato nella sola Imperia a definire almeno un migliaio di avvenute truffe, talvolta con importi anche superiori ai mille euro. Bracco ha altresì sottolineato che il rinvio a giudizio è determinato anche dal fatto che per questi reati il pubblico ministero può saltare l’udienza preliminare.