Milano – “La nostra impressione è che la Camera sia caduta nell’imboscata tesa dalla SIAE , al fine di trasformare un disegno di legge volto a contrastare la pirateria informatica in una nuova fonte di balzelli e ingiustificate restrizioni tecniche alla distribuzione di contenuto online, soprattutto ai danni di chi gli strumenti informatici li utilizza legalmente, sia distribuendo contenuti on line sia effettuando copie private a partire da prodotti originali regolarmente acquistati”.
Così, e nientemeno, si è espresso nelle scorse ore il responsabile policy di BSA EMEA , Francisco Mingorance, intervenuto sul provvedimento di conversione in legge del decreto Urbani su cinema e pirateria che sarà a brevissimo vagliato dal Senato.
Pur esprimendo apprezzamento verso il Governo ed il Parlamento italiano per l’impegno e la sensibilità espressa al fine di regolamentare la liceità dei contenuti on line protetti da copyright, BSA, associazione che rappresenta le aziende produttrici di software proprietario, contesta il provvedimento approvato dalla Camera ed ha espresso “forti preoccupazioni per il futuro dell’IT” .
Come si ricorderà, la posizione di BSA era nettamente contraria agli emendamenti contenuti nei commi 1 e 8 dell’articolo 1 del testo votato ieri alla Camera. “Questi emendamenti – scrive ora la BSA – fortemente voluti da SIAE e non dibattuti con le parti, introducono da un lato l’obbligo di apporre il cosiddetto bollino virtuale ai prodotti informatici distribuiti via Internet, dall’altro una tassa su tutti gli elementi che consentono di realizzare una copia privata del prodotto acquistato (PC, software di masterizzazione, supporto vergine e supporto originale), che nulla ha a che fare col concetto di pirateria informatica; essa consiste infatti nella duplicazione illegale di un contenuto o di un prodotto di cui non si è acquistato l’originale (o comunque la licenza d’uso)”.
La BSA dunque contesta la posizione della SIAE, che sarebbe stata sposata dal decreto approvato dalla Camera , sostenendo che si intende ” drenare risorse indistintamente anche dai consumatori legali per coprire le perdite causate dal fenomeno della pirateria”.
Secondo BSA, qualora il Senato dovesse approvare il testo licenziato dalla Camera, “lo sviluppo del settore informatico nel nostro Paese si troverebbe gravato da due nuovi oneri, che porterebbero ad un incremento dei prezzi di vendita”.
Mingorance ha anche evidenziato come “il dibattito su questa legge avrebbe potuto essere l’occasione di fare dell’Italia una nazione guida nella produzione normativa sulla complessa materia della protezione del diritto d’autore nell’era digitale e di Internet, ma abbiamo l’impressione che le buone intenzioni del Governo siano state completamente tradite e indirizzate nella direzione sbagliata”.
BSA auspica in una nota che al Senato si possa “recuperare la fisiologica dimensione del confronto con tutte le parti in campo, correggendo questa stortura in nome della trasparenza del mercato e dello sviluppo del settore più innovativo del Sistema Paese”.