Il Service Pack 2 non dribblerà i pirati

Il Service Pack 2 non dribblerà i pirati

Microsoft ha confermato che il prossimo e ormai imminente SP2 per Windows XP s'installerà anche in presenza di una versione copiata del software - UPDATED
Microsoft ha confermato che il prossimo e ormai imminente SP2 per Windows XP s'installerà anche in presenza di una versione copiata del software - UPDATED

Redmond (USA) – Il Service Pack (SP) 2 per Windows XP non conterrà alcuna misura di protezione atta ad impedirne l’installazione sulle versioni piratate di Windows. A dirlo è la stessa Microsoft che, attraverso alcuni suoi portavoce, ha giustificato la decisione con la necessità di estendere le importanti funzionalità di sicurezza incluse nell’SP2 anche ai molti utenti che, nel mondo, utilizzano versioni copiate di Windows.

Come noto, l’attuale SP1 verifica la product key del prodotto e, se questa risulta fra quelle elencate sul libro nero di Microsoft, ferma l’installazione e blocca l’accesso del PC al Windows Update. Le chiavi che l’SP1 riconosce come non autorizzate sono però solo un paio, un’inezia rispetto a quelle disponibili su Internet; senza contare che esistono software capaci di generare product key casuali attraverso cui è possibile registrare una qualsiasi versione di Windows XP. Va ricordato che se le versioni retail hanno bisogno di essere attivate via telefono o via Internet (esistono tuttavia dei crack in grado di bypassare tale sistema), le versioni corporate si attivano con l’immissione della sola product key.

“Non abbiamo fatto nulla di esplicito nell’SP2 per escluderne l’applicazione alle copie piratate”, ha affermato Barry Goffe, group product manager di Microsoft.

A dispetto di tale dichiarazione, però, Punto Informatico ha appreso che l’attuale versione dell’SP2 distribuita da Microsoft ai beta tester effettua il medesimo controllo del service pack precedente: questo significa che, in presenza di una delle chiavi riconosciute come non valide, l’aggiornamento non si installa. Evidentemente il big di Redmond ha intenzione di eliminare tale verifica in una delle successive release candidate dell’SP2.

Risulta chiaro che la decisione di Microsoft non va intesa come un segno di tolleranza verso la pirateria, bensì come l’esigenza di tutelare l’immagine di Windows – le statistiche su virus e vulnerabilità, infatti, non fanno distinguo fra copie lecite e illecite del suo sistema operativo – e rispondere alle pressioni della comunità internazionale di esperti di sicurezza, la stessa che da tempo sostiene come i computer senza patch rappresentino un pericolo per l’intera Rete: questi, infatti, divengono non solo un ricettacolo e veicolo di worm, ma anche una potenziale testa di ponte per attacchi di varia natura.

“È stata un’ardua decisione, ma alla fine – ha detto Goffe – abbiamo ritenuto che sia più importante tenere tutti al sicuro piuttosto che preoccuparci dei nostri introiti. Impedire a chi utilizza copie piratate di Windows di accedere alle patch si traduce in epidemie di worm e virus più ampie, eventi le cui conseguenze finiscono per impattare su tutta Internet e sui nostri utenti legittimi”.

Update (ore 11,28): alcuni portavoce di Microsoft hanno parzialmente smentito le affermazioni di Goffe e confermato quanto scoperto da Punto Informatico: l’SP2 continuerà a verificare la product key del prodotto. Rimangono tuttavia valide le considerazioni fatte per l’SP1: le chiavi riconosciute come piratate sono pochissime, inoltre l’agggiornamento non effettua alcun controllo sull’eventuale presenza, nel sistema, di crack per la product activation (che tuttavia, dopo l’installazione del service pack, generalmente cessano di funzionare).

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Pubblicato il
11 mag 2004
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