Roma – Se ne parla da parecchio, da quando il ministero all’Innovazione ha specificato che prima della Carta di identità elettronica , che pure è in distribuzione in 54 comuni, gli italiani avrebbero conosciuto la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Ora è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Regolamento sulla diffusione della CNS.
Approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso febbraio , la CNS è una card con microchip che consentirà al cittadino di interagire con i servizi telematici della pubblica amministrazione. Il microchip conterrà i dati personali che, associati ad un codice identificativo personale (un PIN numerico) che verrà assegnato al singolo cittadino, consentiranno alla PA di riconoscere in modo univoco l’utente che si connette ai servizi e, dunque, di erogare quanto richiesto. Per funzionare, la Card dovrà essere inserita in un lettore apposito che sarà collegabile a qualsiasi personal computer.
Stando al Regolamento, la CNS è esplicitamente una alternativa alla Card digitale: verrà infatti rilasciata soltanto ai cittadini che non hanno ancora una carta di identità elettronica.
Nel Regolamento pubblicato in G.U. si apprende anche che la card sarà associata ad un certificato di autenticazione , in pratica una garanzia elettronica sull’autenticità delle informazioni identificative inserite nella CNS (il certificato sarà rilasciato dagli appositi enti certificatori).
Dal Regolamento si apprende anche che la CNS avrà una durata di sei anni e che sulle procedure di emissione veglieranno i controllori del CNIPA , il braccio del Governo che supervisiona la diffusione dell’informatica nella pubblica amministrazione.
Secondo il ministro all’Innovazione Lucio Stanca , entro la fine della legislatura saranno state distribuite almeno 10 milioni di CNS.