Iran, cancellati i provider illegali

Iran, cancellati i provider illegali

Con la consueta efficienza la polizia di Teheran provvede alla chiusura dei servizi che offrivano connettività non protetta. Arrestati i gestori che si sono opposti al sequestro. Curiosa la tempistica del blitz censorio
Con la consueta efficienza la polizia di Teheran provvede alla chiusura dei servizi che offrivano connettività non protetta. Arrestati i gestori che si sono opposti al sequestro. Curiosa la tempistica del blitz censorio

Teheran (Iran) – Le difficoltà non sono una novità, ma la vita per i fornitori di accesso ad internet iraniani non è mai stata così dura: in un periodo di grandi tensioni internazionali il regime di Teheran ha stabilito di non poter tollerare oltre un uso di internet divenuto troppo “liberale” per le esigenze della parte più conservatrice del paese.

Ed è per questo che nelle scorse ore un blitz in tutto il paese delle forze dell’ordine ha portato alla chiusura definitiva di duecento società e decine di provider , un numero enorme di operatori che secondo le indagini delle autorità iraniane non avrebbe rispettato i regolamenti severissimi che nel paese si applicano a chiunque intenda fornire ai cittadini l’opportunità di connettersi alla grande rete.

In particolare, secondo quanto riferito dal quotidiano arabo Vaqaieh Ettefaqieh , tra le ragioni della chiusura il fatto che molti operatori non avevano connesso i propri server ai proxy di stato . Come noto, infatti, in Iran come in altri paesi, ad es. la Cina, la connettività legale è quella che passa attraverso server centrali che consentono al regime di rendere inaccessibili una grande quantità di siti stranieri, oltre ad intercettare con facilità email ed altre comunicazioni elettroniche.

Altri operatori sono finiti nei guai perché fornivano connettività satellitare , vietata in assenza di specifiche licenze pubbliche, o servizi di telefonia non autorizzata . Stando al quotidiano, il blitz ha portato all’arresto di quei dirigenti che si sono opposti al sequestro.

Khamenei È curioso notare come questa operazione sia coincidente nei tempi con l’annuncio al mondo, ben enfatizzato da Teheran, secondo cui il supremo ayatollah Ali Khamenei (vedi foto), punto di riferimento dei conservatori e fiero oppositore di talune aperture filo-occidentali del governo, ha lanciato il proprio sito web .

Va detto che da lungo tempo l’Iran oscilla tra pulsioni censorie e tentazioni di modernizzazione. All’oscuramento di siti web, pratica frequente per le autorità del paese, ai raid dei fondamentalisti contro le parabole o agli arresti per giovani focosi netizen , il regime alterna scelte come l’accettazione dell’ADSL o il vagheggiare un distretto tecnologico iraniano .

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Pubblicato il
12 mag 2004
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