Roma – C’era una volta la Rete unitaria della Pubblica Amministrazione, per gli amici RUPA , poi sviluppata ed integrata nel grande sforzo della PA per informatizzare i propri servizi e, anche a livello locale, innovare le proprie infrastrutture. Ora c’è SPC, sigla che sta per Sistema Pubblico di Connettività , una sigla che è al centro dell’ultimo provvedimento preso dal Consiglio dei Ministri italiano.
Su proposta del ministro all’Innovazione Lucio Stanca , lo schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio intende dar vita, stando alle note ufficiali, ad un “progetto di costruzione di un’infrastruttura per l’informatizzazione digitale che consentirà di traghettare tutta la nostra pubblica amministrazione, sia centrale che locale, nell’ Era digitale per essere in grado di dialogare in modo moderno, con le stesse modalità, funzionalità, qualità e sicurezza anche con cittadini e imprese”.
SPC, che sembra ricalcare gli obiettivi dell’eEurope di lisboniana memoria, viene descritto come una Autostrada del Sole . Leggendo le dichiarazioni ufficiali si capisce che l’idea di fondo è prendere tutto ciò che di buono è stato fatto nella prima e seconda fase dei progetti di e-government e consentire a cittadini ed imprese di accedere in modo più facile e standard alle nuove reti amministrative.
Stanca ha descritto SPC affermando che “non è una rete, un mero collegamento informatico, ma un complesso di strutture organizzative, infrastrutture tecnologiche e di regole tecniche che consentiranno, attraverso la razionalizzazione delle condizioni di operatività, la condivisione, l’integrazione e lo scambio di dati e di informazioni tra le amministrazioni statali, regionali e locali, sulla base di standard comuni e condivisi, in modo sicuro, permettendo così la collaborazione tra tutti gli uffici pubblici e lo svolgimento in via informatica dei procedimenti amministrativi connessi”.
SPC dovrebbe mettere a disposizione degli enti coinvolti una serie di strumenti, programmi e applicazioni , come il protocollo informatico, i mandati di pagamento online, l’email certificata e via dicendo, rendendo così omogenea la loro disponibilità.
Tra i nodi di interesse del provvedimento governativo anche la costituzione di un Albo dei fornitori che sarà gestito dall’ente governativo CNIPA . “In tal modo – si legge in una nota – si determineranno non solo condizioni di concorrenza per un mercato che vale complessivamente dai 300 ai 350 milioni di euro l’anno, ma anche di economicità attraverso la stipula di contratti quadro di fornitura”.
Per coordinare tutto ciò che SPC comporta viene anche istituita una Commissione in sede CNIPA alla quale parteciperanno esponenti degli enti locali e centrali.
Di interesse il fatto che il decreto preveda anche la disciplina della Rete internazionale delle Pubbliche amministrazioni , una rete per collegare tutti gli uffici italiani all’estero ma aperta anche agli enti locali. Un progetto che intende superare la frammentazione delle reti pubbliche, portare a risparmi calcolati in 10 milioni di euro nonché a servizi e iniziative a favore degli italiani all’estero e delle imprese italiane operanti fuori dal paese. Saranno coinvolti circa 450 uffici fuori dall’Italia. In ballo anche questioni come l’anagrafe consolare e il voto degli italiani all’estero.
Di seguito ulteriori dichiarazioni del ministro Stanca:
“Con questa iniziativa, che rappresenta uno tra i più importanti e complessi progetti di telecomunicazioni e di tecnologie dell’informazione e della comunicazione mai messi in cantiere nel nostro Paese, si realizza uno dei punti qualificanti del Programma di Governo, ossia l’ammodernamento della PA con la sua digitalizzazione”.
“Sinora si è lavorato, con la prima e la seconda fase di e-Government, per creare le condizioni affinché le Pubbliche amministrazioni, centrali e locali, si dotassero di servizi in rete per cittadini e imprese”.
“Questo enorme sforzo organizzativo non è stato calato dall’alto, ma ha visto coinvolti il Governo, le Regioni e gli Enti locali, secondo un metodo di condivisione ampiamente sperimentato in questi tre anni. Per questo SPC può essere considerata la prima infrastruttura Federale del nostro Paese”.
“Sono previsti risparmi di almeno il 35% dei costi di trasporto dei dati, la riduzione di almeno il 30% dei tempi di svolgimento dei provvedimenti fra Amministrazioni ed un’accelerazione del 50% dei tempi di realizzazione di progetti di cooperazione per i servizi della PA”.
“SPC rappresenta, quindi, una significativa leva di utilizzo della larga banda e uno strumento di politica industriale che favorisce la qualificazione della domanda pubblica e la realizzazione di reti e servizi avanzati di telecomunicazioni, specie in quelle aree del Paese dove i ritorni economici non sono sufficienti per attirare l’iniziativa privata”.