Il ministro dei Beni Culturali, Giuliano Urbani, ha chiesto in aula al Senato un “sacrificio” ai colleghi senatori per approvare la legge di conversione del decreto legge 72, lo stesso che contiene norme urgenti su cinema, sport e che tratta dello spinoso problema della pirateria.
Urbani ha sostenuto di aver preso in grande considerazione le critiche al decreto giunte dalle varie forze politiche in commissione al Senato per quanto riguarda i problemi della pirateria attraverso le reti telematiche e ha promesso di farsi carico dell’impegno di arrivare entro tempi brevi a nuove leggi capaci di correggere quelle che lo stesso ministro ha definito delle “pagliuzze”, intendendo con questa parola il rischio di conseguenze penali per chi scambia materiale protetto da copyright. Urbani ha infatti definito la sua proposta di legge come un’opera coraggiosa e pioneristica in Europa e che questa, in quanto tale, sarà soggetta a miglioramenti.
L’attenzione è stata richiamata da Urbani sui “12mila miliardi di vecchie lire” che le aziende denunciano come mancati introiti e di cui 4mila miliardi sono di IVA, ovvero di tasse che avrebbe dovuto incassare lo Stato. I mancati introiti e l’IVA sono le “travi” che, secondo Urbani, richiedono un intervento urgente anche nel settore di quella che viene definita come pirateria dopo l’approvazione alla Camera del testo oggi all’esame del Senato, quando la dicitura “per fini di lucro” è stata modificata con “profitto”, di fatto equiparando lo scambio di file tra utenti al mercato della contraffazione.
La discussione è stata rinviata alla prossima seduta del Senato.