Roma – Verso la fine dello scorso aprile si è tenuto un incontro tra diversi rappresentanti della GNOME Foundation e tre membri della Mozilla Foundation , due fra le maggiori e più importanti fondazioni del mondo open source. Uno dei temi centrali, a quanto si legge dal resoconto del meeting , è stata una proposta di collaborazione fra le due organizzazioni volta a creare una piattaforma desktop comune che possa meglio fronteggiare l’arrivo, nel 2006, di Windows Longhorn .
Come noto, il nuovo sistema operativo di Microsoft integrerà in modo molto stretto il browser Web al resto del sistema e utilizzerà un linguaggio basato su XML, XAML, per sviluppare Web service MS.NET pienamente integrati con il desktop e in grado di sfruttare tutte le potenzialità del nuovo motore grafico Avalon .
Una delle proposte della Mozilla Foundation è quella di collaborare con la GNOME Foundation per trovare un cammino comune verso la creazione di strumenti e applicazioni più coerenti che permettano a Linux di competere direttamente con la piattaforma Avalon/XAML. Per far questo c’è chi ha suggerito di unire GTK+ , il toolkit di sviluppo utilizzato da GNOME, con XUL , il linguaggio per la creazione di applicazioni Web-based utilizzato da Mozilla, e dar vita ad una soluzione omogenea basata su standard preesistenti, come ad esempio SVG . Il processo d’integrazione, qualora possibile, potrebbe tuttavia rivelarsi lungo e denso di ostacoli.
Fra le altre idee emerse durante il confronto vi è quella di integrare Mozilla Firefox in GNOME, eventualmente facendone il nuovo browser predefinito di questo desktop environment. Attualmente questo ruolo è ricoperto da Epiphany .
Per conoscere meglio gli intenti delle due organizzazioni, e sviscerare più a fondo le questioni in ballo, Punto Informatico ha intervistato Marco Pesenti Gritti , membro della GNOME Foundation e maintainer del browser Epiphany.
Punto Informatico : Marco, tu hai partecipato alla riunione di aprile. Quali erano gli scopi dell’incontro e quali sono state le proposte per fronteggiare la piattaforma che si troverà alla base di Longhorn?
Marco Pesenti Gritti : L’incontro è nato dallo sforzo di alcuni membri delle due comunità ? soprattutto, per quel che riguarda GNOME, di Havoc Pennington – di stabilire una roadmap comune per lo sviluppo di un desktop libero. Credo che l’ostacolo più rilevante alla costruzione di un ambiente desktop semplice, usabile e coerente per Linux sia l’inaccettabile livello di frammentazione dei progetti che costituiscono la galassia del Free Software. OpenOffice, KDE, GNOME e Mozilla, gli attori principali, sono basati su infrastrutture indipendenti e spesso non comunicanti. Vi sono stati, in passato, tentativi di creare ponti tra le varie tecnologie contendenti, ma sono miseramente falliti.
Credo che l’iniziativa portata avanti da freedesktop.org abbia dimostrato come l’unica possibilità di ridurre la frammentazione sia di cominciare a lavorare su specifiche e software comuni, lasciando da parte le contrapposizioni ideologiche sui linguaggi, le librerie di base, gli strumenti di sviluppo. Il prezzo della frammentazione non è tanto la duplicazione del lavoro, ma il ritrovarsi con parti fondamentali del desktop, come il word processor o il web browser, che presi singolarmente sono di grande qualità, ma che inseriti nel contesto del desktop si dimostrano monolitici, poco flessibili e non sufficientemente integrati. Se la tendenza centrifuga è in qualche modo inevitabile in un ambiente disomogeneo come quello del software libero, è sempre più importante creare collegamenti, strumenti e spazi di cooperazione tra i singoli progetti. Credo che questa sia la vera sfida per il futuro del desktop libero. Se anche XAML e Avalon dovessero imporsi, come le tecnologie che le hanno precedute verranno rimpiazzate in pochi anni: non va dunque misurata su di esse la capacità competitiva del software libero.
Purtroppo gran parte degli sviluppatori tende ad avere una concezione astratta del valore delle tecnologie. La vera questione non è quella di fronteggiare, ostacolare o clonare le tecnologie più o meno proprietarie di Microsoft, ma quella di rispondere alle esigenze degli utenti tramite tecnologie appropriate, che si inseriscano gradualmente nell’ecosistema del software libero già esistente.
PI : Sei dunque a favore di una collaborazione fra la fondazione che rappresenti e la giovane Mozilla Foundation?
MPG : Credo che si debba promuovere con forza una cooperazione tra GNOME e Mozilla per due motivi fondamentali. Il primo è che l’interazione tra le due comunità – Mozilla più focalizzata sulla creazione e la diffusione di standard Web aperti e di implementazioni multipiattaforma e libere di queste tecnologie, GNOME sui concreti bisogni dell’utente, sulla costruzione di un’ambiente desktop globale e integrato – sarebbe molto fruttuosa proprio per la complementarità delle due visioni. Il secondo è che l’integrazione tra locale e globale, desktop e Web, avrà vantaggi concreti per l’utente: da una parte bisognerà superare la povertà espressiva e di interazione di HTML, dall’altra l’isolamento delle applicazioni desktop tradizionali, incapaci di gestire l’enorme quantità di dati disponibili via Web e di consentire la condivisione e la cooperazione con altri utenti.
PI : A tuo avviso è possibile lavorare ad una piattaforma di sviluppo comune basata su GTK+ e XUL?
MPG : Senza dubbio è tecnicamente possibile, ma richiederà tempo. L’ostacolo principale non è però tecnico: è necessario risolvere gradualmente le differenze di visione delle due comunità e creare spazi di cooperazione concreta. Il livello attuale di comunicazione tra le due comunità è praticamente nullo: c’è senza dubbio molto da fare.
PI : Quale livello di interoperabilità e di integrazione pensi sia possibile raggiungere fra le tecnologie di Mozilla e quelle di GNOME?
MPG : Credo che Mozilla possa innanzitutto contribuire al desktop libero attraverso il suo fantastico motore di rendering delle pagine Web, una tecnologia capace di eliminare le differenze tra applicazioni locali e remote (principalmente XUL), e un sistema di componenti utilizzabili da linguaggi di alto livello quali Javascript o C#. Si tratta di verificare la reale volontà degli sviluppatori di Mozilla di riutilizzare le tecnologie già disponibili – dai tool per le traduzioni all’IPC ? anziché, com’è sempre avvenuto in passato, reinventarle per ottenere un’illusoria indipendenza dalla piattaforma. La necessità di far girare Mozilla su diversi sistemi operativi (Windows in particolare) non comporta automaticamente l’impossibilità di riutilizzare tecnologie native (attraverso layer di astrazione).
PI : Sei d’accordo con la proposta di fare di Firefox il browser predefinito di GNOME o, in alternativa, di fare di Epiphany un’implementazione per GNOME di Firefox?
MPG : È una decisione complessa. Credo che allo stato attuale Epiphany sia decisamente più in linea con i criteri normalmente utilizzati per decidere quali applicazioni inserire nella distribuzione ufficiale: in estrema sintesi, internazionalizzazione, semplicità, usabilità, integrazione con le altre applicazioni, look & feel, rispetto delle preferenze globali, utilizzo delle tecnologie GNOME. Firefox potrà soddisfare questi criteri solo se e quando il progetto di una piattaforma comune tra GNOME e Mozilla verrà effettivamente realizzato.
Sono decisamente a favore della piattaforma di sviluppo comune ma il progetto è ancora in una fase preliminare e non vedo comunque alcun vantaggio nel rinunciare a ciò che Epiphany può dare in più a GNOME, adesso. D’altra parte, però, una “guerra dei browser” nel mondo Linux non è cosa auspicabile. Credo che qualunque sia il browser predefinito utilizzato dalle principali distribuzioni, questo dovrà avere l’appoggio della Mozilla Foundation: lo stesso Epiphany, d’altronde, si basa sul motore Gecko di Mozilla.org.
Si tratta sostanzialmente di una decisione “politica” da cui preferisco tenermi lontano. Ho un’idea chiara dei requisiti e degli obiettivi, dal punto di vista dell’utente, di un browser per il desktop libero. Né Firefox né Epiphany li soddisfano completamente. È mia intenzione lavorare perché questi obiettivi siano raggiunti, indipendentemente da quali tecnologie e base di codice verranno scelte per realizzarli.
PI : A chi spetta l’ultima parola su quale browser appoggiare in GNOME?
MPG : C’è una differenza fondamentale tra la GNOME Foundation e la Mozilla Foundation. Mentre la seconda svolge anche un ruolo di guida tecnica, all’interno di GNOME le decisioni vengono delegate ai maintainer dei progetti e alla community degli sviluppatori in generale. Durante l’incontro Jeff Waugh, leader del team di GNOME che si occupa di coordinare le release, ha fatto capire che la GNOME Foundation non avrebbe potuto dare alcuna risposta concreta alla proposta della Mozilla Foundation di utilizzare Firefox come browser predefinito, ma che il problema avrebbe dovuto essere discusso direttamente con gli sviluppatori.
PI : La Mozilla Foundation è apparsa particolarmente desiderosa di annunciare quanto prima una qualche collaborazione con la GNOME Foundation. A tuo avviso qual è il motivo?
MPG : Dopo la defezione di AOL, penso che la Mozilla Foundation stia cercando di ridefinire il suo ruolo ed abbia necessità di formare alleanze con altri soggetti importanti del mondo Open Source.
PI : In attesa che la comunità open source sviluppi un’alternativa indipendente a XAML/Avalon, qualcuno ha proposto di clonare XAML per sfruttarne l’eventuale popolarità fra gli sviluppatori di Web service per Windows. C’è chi teme, altrimenti, che Linux possa essere emarginato dallo strapotere commerciale di Microsoft.
MPG : Adottare tecnologie sviluppate da un concorrente aggressivo come Microsoft, senza nessuna garanzia che queste diventino standard, mi sembra una strategia un po’ troppo rischiosa. Bisogna cercare di vedere le cose nelle loro reali dimensioni: XAML e Avalon sono tecnologie che potrebbero esserci utili nel raggiungimento dei nostri obiettivi, ma non sono indispensabili o inevitabili. Non hanno ancora dimostrato la loro effettiva utilità e le alternative aperte non mancano.
Credo che la ?openness? sia il valore fondante del software libero, e non vale la pena comprometterla per adottare tecnologie ?alla moda?.
Non sono particolarmente allarmato dal rischio di essere tagliati fuori. Non credo che tecnologie chiuse e controllate da una singola azienda verrano accettate dalla Rete. È possibile che io sia un po’ troppo idealista, ma in ogni caso il mondo del free software deve fare il possibile perché questo non accada.
PI : Se i team di Mozilla e GNOME trovassero una strada comune, e realizzassero una piattaforma per i Web service profondamente integrata con le librerie GTK+, credi che KDE verrebbe tagliato fuori?
MPG : Assolutamente no. GNOME e KDE hanno già intrapreso una strada comune con il progetto Freedesktop. Si tratta di portare Mozilla su questa stessa strada.
PI : Nel tuo intervento tu citi il fatto che i progetti Mozilla e GNOME hanno alcuni obiettivi in conflitto fra loro. Quali?
MPG : Semplificando al massimo, credo che la visione di Mozilla sia quella di favorire l’adozione di standard aperti per il Web attraverso applicazioni multipiattaforma che ne possano mostrare il valore. GNOME pone invece l’accento sull’integrazione delle applicazioni con una piattaforma particolare e su una progettazione globale del desktop in cui le tecnologie sono strumenti, e non obiettivi. Sono visioni parzialmente contrastanti.
Per anni ?multipiattaforma? ha significato per Mozilla esclusivamente ?indipendenza dalla piattaforma?, ovvero riduzione dell’utilizzo di tecnologie native ad un insieme minimo: questo è chiaramente limitante per un design globale del desktop. Ma sono anche visioni complementari: per questo ritengo che ci sia ampio spazio per una strategia comune.
PI : Parlando dell’integrazione fra le tecnologie di Mozilla e quelle di GNOME tu hai anche affermato che “molte cose importanti vengono sacrificate in nome delle tecnologie multipiattaforma?. Il che si riallaccia a quanto hai appena detto.
MPG : Esatto. Microsoft ha già compreso l’importanza dell’integrazione fra tecnologie e applicazioni: MS.NET ne è la dimostrazione. Il software libero ha un fondamentale vantaggio tattico sui concorrenti commerciali: la possibilità, per i vari progetti, di unire le proprie forze e lavorare insieme ad un unico obiettivo. Abbiamo la possibilità di realizzare un desktop che sia un sistema complesso ed integrato anziché una somma di applicazioni differenti che faticano a comunicare. L’indipendenza dalla piattaforma è un mito pericoloso, che si è già dimostrato più volte perdente: il supporto a più piattaforme è una possibilità desiderabile, a cui però non vale la pena di sacrificare la qualità del sistema desktop.
PI : Che mi dici del futuro di Epiphany?
MPG : Penso che i cambiamenti di rotta della Mozilla Foundation, quali l’utilizzo di tecnologie native fino alla possibile fusione con GNOME e il redesign di Firefox, dimostrino l’attualità delle due idee che hanno ispirato Galeon ed Epiphany: integrazione e semplicità. Il futuro di Epiphany come base di codice dipende principalmente da decisioni “politiche” di fronte alle quali mi sento incompetente. Se però intendiamo Epiphany come una visione e un progetto, una stretta collaborazione tra GNOME e Mozilla è decisamente una novità positiva.
Intervista a cura di Alessandro Del Rosso
Si veda anche: Interviste/ Browser, c’è vita oltre Mozilla , un’intervista a Gritti su Epiphany, Mozilla e il futuro dei browser Web.