No alla tassa sugli SMS

No alla tassa sugli SMS

Il presidente filippino ci ripensa e decide che lo sport preferito dai propri connazionali non può essere tassato. Ma sarebbero entrate stellari
Il presidente filippino ci ripensa e decide che lo sport preferito dai propri connazionali non può essere tassato. Ma sarebbero entrate stellari


Manila – Ci ha ripensato. Con gran sollievo della popolazione filippina presso la quale l’uso del cellulare e degli SMS è estremamente diffuso, il presidente Gloria Arroyo ha fatto sapere di non voler procedere con il progetto di tassazione sugli SMS .

A caccia di nuove fonti di entrate per un erario che ne ha grande bisogno, Arroyo aveva visto il proprio progetto cozzare contro una quantità impressionante di proteste, comprese quelle dell’opposizione politica e di una parte consistente della stampa.

E così, come riporta Agence France-Press , il portavoce della Arroyo, Ricardo Saludo, ha spiegato che l’imposta sugli SMS “non si trova tra le proposte legislative previste come misure finanziarie”. Saludo per la verità ha anche cercato di sganciare la Arroyo dalla proposta sostenendo che “il palazzo non ha mai spinto per questa tassa e non ha alcuna intenzione di farlo”. Le critiche si sono peraltro concentrate fin qui contro il primo proponente dell’imposta, il ministro all’Economia Romulo Neri.

La popolarità del cosiddetto text messaging nelle Filippine è enorme. E’ il paese dei meccanismi piramidali di vendita di telefonate cellulari, ma anche quello dove è stato posto un freno alla messaggistica a luci rosse . E si ritiene che sia stato proprio il movimento popolare animato dagli SMS a portare alla “cacciata” dell’allora presidente Joseph Estrada nel 2001.

Stando alle stime delle società di rilevazione, nelle Filippine, come peraltro accade in molti dei paesi dove il cellulare è diffuso così ampiamente, ogni giorno vengono scambiati almeno cento milioni di SMS . Ognuno di questi messaggini costa l’equivalente di 14 centesimi di euro. E’ ovvio che una seppur piccola imposta su ciascun SMS avrebbe portato una valanga di denaro nelle casse dello stato.

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Pubblicato il 17 giu 2004
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