P2P? Un altro modello economico

P2P? Un altro modello economico

Schiaffo alle major. L'associazione francese che gestisce i diritti di circa 60mila artisti difende il peer-to-peer: è un mercato. Sulla stessa linea la Wizards of OS di Berlino
Schiaffo alle major. L'associazione francese che gestisce i diritti di circa 60mila artisti difende il peer-to-peer: è un mercato. Sulla stessa linea la Wizards of OS di Berlino


Parigi – La grande guerra delle case discografiche contro i sistemi di file sharing dovrà vedersela anche con un crescente movimento di artisti che sul peer-to-peer la pensano in modo diametralmente opposto. Due giorni fa l’associazione francese ADAMI , che gestisce i diritti di decine di migliaia di artisti francesi, ha pubblicato un rapporto dal titolo emblematico: “Peer to peer: un altro modello economico” .

La tesi dei suoi autori, coordinati da un sostenitore del P2P come il consulente Tarig Krim, che spingono da tempo per una revisione del copyright , è che il peer-to-peer non possa essere liquidato come piattaforma “per il furto di diritto” ma deve invece essere considerata una “sfida creativa” per l’intero settore. E la proposta è quella di abbracciare il P2P come strumento di mercato.

Stando al rapporto, le economie musicali generate dall’uso del peer-to-peer, in termini di diffusione e conoscenza della musica, di acquisto e di utilizzo dei sistemi di scambio, sono del tutto positive ed anzi, affermano gli autori, sono le basi per consentire all’industria di riavviarsi e contrastare la crescente contrazione delle vendite di CD, modello ormai superato.

Al grido di “la produzione musicale non è l’industria discografica”, ADAMI invita quindi le major a cessare la propria battaglia che rischia di travolgere non solo nuove tecnologie e nuove libertà ma anche il proprio business e di intraprendere invece una strada innovativa e creativa . “ADAMI – spiega l’associazione – chiede al Parlamento la realizzazione di una licenza legale da rivolgere ai fornitori di accesso ad Internet e che consenta di remunerare l’insieme degli aventi diritto”. L’idea, dunque, è che tramite un accordo tra provider e detentori del diritto d’autore mediato da una licenza specifica, l’utente potrebbe diventare fruitore e distributore di musica via peer-to-peer versando poche lire ad un sistema innovativo di distribuzione dei diritti.

La soluzione individuata, dunque, è quella da più parti auspicata , e viene illustrata nel rapporto che ADAMI sta consegnando ai parlamentari, rapporto che delinea una visione strategica del modello economico del peer-to-peer . Una risposta al problema che potrebbe, secondo ADAMI, incontrare il favore di tutta la filiera di artisti, produttori, provider e utenti interessati, in primis, alla fruizione e diffusione della musica.

Da segnalare che proprio nei giorni scorsi la conferenza berlinese Wizards of OS , una tre giorni di esperti di diritto e tecnologia, ha dato vita ad una dichiarazione sui diritti gestiti in modo collettivo online dal titolo Compensazione senza controllo , una importante presa di posizione di cui ha dato notizia EDRI-Gram .

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
18 giu 2004
Link copiato negli appunti