Roma – Lo sviluppo di un progetto voluto dalla divisione bulgara di ISOC e sostenuto da UNDP (United Nations Development Program) prevede l’introduzione di software libero nelle infrastrutture informatiche dei sistemi di e-government della Bulgaria e sui desktop dei cittadini.
La notizia del programma di intervento, pensato per fungere da stimolo alle istituzioni bulgare per l’introduzione e la diffusione dell’open source, è stata ripresa da EDRI-Gram . Lo scopo del progetto è aiutare i comuni del sud-est europeo a sfruttare il software libero in chiave di trasparenza amministrativa e di diritto all’accesso delle informazioni da parte dei cittadini.
ISOC Bulgaria ha spiegato che il progetto si estenderà al di là dei confini bulgari, per toccare paesi come Romania, Croazia, Bosnia, Macedonia, Serbia e Montenegro. ISOC e UNDP per almeno 18 mesi sosterranno attivamente l’introduzione del software libero sia nella progettazione degli interventi che nell’individuazione dei tool adatti.
Va detto che la Bulgaria non è del tutto avulsa dal software libero, tanto che il Governo già utilizza piattaforme aperte per le grosse applicazioni server in ambito istituzionale. Da segnalare, invece, che l’iniziativa ISOC corre parallela ad una denuncia antitrust di alcuni parlamentari bulgari e della stessa ISOC rivolta contro Microsoft Bulgaria e Microsoft USA. La denuncia si lamenta dei comportamenti commerciali di Microsoft e delle politiche di sicurezza sul software.
Diverso ma significativo l’approccio invece del governo francese sul software libero. Nelle scorse ore, infatti, il ministro Renaud Dutreil ha spiegato ai reporter che la Francia intende portare software open source su almeno un milione di computer della pubblica amministrazione. Un provvedimento che sarebbe mirato a ridurre le spese di licenza, proprie dei prodotti proprietari.
In una intervista alla Reuters, Dutreil ha sottolineato che “non stiamo dando vita ad una guerra contro Microsoft o le aziende americane del software” ma ha anche evidenziato come proprio il big di Redmond “debba tornare ad essere un fornitore dello stato tra gli altri”. Le stime governative francesi parlano di un possibile risparmio delle spese informatiche vicino al 50 per cento rispetto a quelle attuali.
A queste dichiarazioni ha risposto Microsoft France, che ha evidenziato come “nei fatti, il software open source non è gratuito. È molto costoso perché sposta il costo sulla manutenzione, i servizi, l’integrazione e la formazione”.