Roma – Ci sono voluti lunghi mesi di faticose trattative tra i diversi operatori di telefonia mobile per riuscire a partorire un sistema che viene ora promosso un po’ ovunque come “antifurto per cellulari” ma che, invece, si ferma ad una sorta di rappresaglia ad alta tecnologia contro i ladri di telefonini.
Con l’arrivo dell’estate, la stagione nella quale più elevato è il numero di furti, e precisamente dal 30 giugno, gli utenti a cui venisse sottratto il telefonino potranno contattare il proprio operatore mobile e chiederne il blocco . Non avranno indietro l’oggetto ma avranno almeno la soddisfazione di poter infastidire il ladro pur essendo comunque costretti a comprare un nuovo telefonino.
Sul piano tecnico, il blocco viene effettuato attraverso l’ IMEI , il numero che identifica in modo univoco tutti i cellulari: in caso di furto i carrier inibiranno l’uso del telefonino al quale corrisponda l’IMEI comunicato dalla vittima del furto.
Il sistema è sofisticato non solo perché richiede una piattaforma di scambio di informazioni tra i diversi operatori ma anche perché, qualora l’abbonato non ricordi l’IMEI del proprio cellulare, questo potrà nella maggior parte dei casi essere comunque individuato: basterà che l’utente comunichi all’operatore le ultime quattro telefonate effettuate (per visualizzare l’IMEI sul cellulare è sufficiente digitare: *#06#).
Il registro dei codici IMEI bloccati secondo l’ Autorità TLC , che ha spinto per il varo del nuovo sistema, dovrebbe avere un valore deterrente e far sì che i ladri di cellulari si dedichino ad altre discipline. A giocare contro questa prospettiva è comunque il fatto che i telefonini bloccati in Italia potranno essere utilizzati all’estero.
Secondo Alessandro Luciano, commissario dell’Authority, “la funzionalità di blocco del codice IMEI porta l’Italia all’avanguardia nella tutela dei consumatori contro quella microcriminalità che provoca circa un milioni di furti di apparati all’anno”.