Brevettati i colori del suono

Brevettati i colori del suono

Ci pensa il Politecnico di Milano che ha messo a punto una tecnologia per decodificare la musica in mappe cromatiche, superando la sola trasposizione cromatica tradizionale
Ci pensa il Politecnico di Milano che ha messo a punto una tecnologia per decodificare la musica in mappe cromatiche, superando la sola trasposizione cromatica tradizionale


Milano – Associare il suono, la musica in particolare, ai colori è una vecchia idea al centro di innumerevoli produzioni artistiche e di software di riproduzione audio-video. Ma il Politecnico di Milano ha ora presentato un brevetto per una tecnologia che promette di andare oltre.

Nel mondo digitale, spiega l’istituto presso il quale è depositato il brevetto, fino ad oggi sono state realizzate moltissime tecnologie fondate sulla “trasposizione cromatica” del suono e della musica, ossia su un effetto ridondante tra suono prodotto e colore o movimento corrispondente. La nuova tecnologia intende invece “decodificare” i suoni in colori arrivando alla produzione di corrispondenti mappe cromatiche dinamiche .

L’obiettivo finale della tecnologia è dunque quello di consentire di vedere la musica , per così dire, fruendo visivamente delle armoniche e delle costruzioni musicali prodotte con il suono. Questo è peraltro l’ambito applicativo del DAVID , sigla che sta per “Digital Audio Video Disc”, un dispositivo che è pensato per registrare suoni e musica contestualmente alle mappe cromatiche che vengono generate. Questo consentirebbe di fruire della musica in modo più “avvolgente” di quanto sia fin qui accaduto.

“Essendo basato sulle proprietà fisiche della materia – ha spiegato l’Istituto – il sistema è applicabile anche alla musica dal vivo”. E, in questo quadro, è evidente il mercato che si può aprire: già oggi la semplice trasposizione della musica in colori o immagini in movimento è alla base di una infinità di rappresentazioni “live” che ora, assicura il Politecnico, potranno fruire di una marcia in più.

Ad ogni modo, secondo i ricercatori le applicazioni di un brevetto di questo tipo non si limitano al mondo dello spettacolo ma possono toccare anche settori come la didattica, la musicoterapia associata alla cromoterapia nonché, perché no?, l’arredo urbano.

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Pubblicato il
30 giu 2004
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