Bruxelles – L’Europa vuole scrollarsi di dosso l’aggettivo “vecchia” e dimostrare che la sua ricerca può competere ad armi pari con USA e Giappone nel settore forse più avanzato e promettente del momento, quello delle nanotecnologie. Per farlo ha tracciato una rotta all’interno di un Libro Bianco presentato ieri a Bruxelles.
“Vision 2020: Nano-electronics at the centre of change” è il rapporto che costituirà l’ossatura della riscossa europea nel settore. È una fotografia dell’attuale sviluppo della microelettronica, in cui l’Europa ha dato moltissimo sviluppando alcuni dei maggiori gruppi industriali, e delle applicazioni e opportunità legate allo sviluppo delle nanotecnologie, vera nota dolente del presente della ricerca europea.
Che il nano sia bollente non lo dicono soltanto affermati visionari ma anche l’industria che negli Stati Uniti, il paese dove più si è investito in nanotech, è riuscita ad ottenere importanti stanziamenti pubblici nel 2003 e a confermarli, aumentandoli, anche nel 2004. Da qui al 2008 negli USA si investiranno quasi cinque miliardi di dollari nella ricerca di settore.
L’Europa dunque non sembra intenzionata a perdere un treno della ricerca che è destinato ad impattare pesantemente su tutto quello che va dalla sicurezza ai trasporti, dalla sanità all’elettronica, alla biometria e via dicendo. E per dimostrarlo è in fase di lancio l’annunciato ENIAC , sigla che sta per European nanoelectronics initiative advisory council , un tavolo di consultazione attorno al quale siederanno dodici dei maggiori esperti dei comparti scientifici e finanziari interessati alla nanotecnologia. A presiedere ENIAC, il cui ruolo sarà dunque quello di suggerire le strade dello sviluppo, di far incontrare interessi industriali e finanziamenti pubblici e di consentire un’accelerazione europea nelle nanotecnologie, sarà il fondatore di STMicroeletronics Pasquale Pistorio .
Se sulle nanotecnologie si addensano le nubi delle perplessità dei ricercatori più critici, quelli che temono conseguenze impreviste e imprevedibili delle applicazioni della nanoscienza , attorno alle promesse di sviluppo industriale e scientifico sembra invece esserci unanimità tra coloro che siedono nella stanza dei bottoni. Gente poco incline ad ascoltare le cupe preveggenze di menti come Bill Joy , fondatore di Sun Microsystems.
Ad affermare che la direzione dell’Europa è segnata è stato ieri il commissario UE alla Società dell’informazione Erkki Liikanen , secondo cui “la nanoelettronica costituisce un settore strategico per l’Europa, perché offre la possibilità di creare un numero molto importante di figure professionali altamente specializzate e di dare un impulso alla crescita e alla competitività in molti altri settori industriali”. “L’iniziativa strategica messa in atto dall’Europa – ha dichiarato – è essenziale se le imprese europee vorranno restare all’avanguardia del progresso mondiale”.
Philippe Busquin , commissario europeo alla Ricerca che ieri ha presentato il Libro Bianco, ha concluso sottolineando quale sia l’importanza del comparto nanotecnologico: “L’Europa non può permettersi di non occuparsi della nuova generazione di applicazioni dell’elettronica, quelle che domani avranno la stessa importanza economica rivestita attualmente dal petrolio “.