Napoli – Per la prima volta un operatore di telefonia mobile in Italia è stato condannato da un giudice per aver invaso di SMS la memoria del cellulare di un’abbonata. Una sentenza significativa che potrà interessare molti.
Stando alle notizie di cronaca, l’utente TIM si lamentava del fatto che i messaggini del proprio fidanzato spesso e volentieri non arrivavano come sperato perché la memoria del telefonino si riempiva rapidamente a causa dei messaggini spediti da TIM .
Il giudice di pace di Napoli che ha esaminato il caso ha dato ragione alla donna condannando TIM a risarcirla con mille euro. Una sentenza simbolica, dunque, che però sembra segnare una rotta per i gestori.
La ricorrente, infatti, si è vista riconoscere il principio secondo cui i messaggini che non siano stati richiesti “per iscritto e in modo espresso” sono da considerarsi SMS destinati a violare la privacy e arrecare un disturbo all’utente.
Proprio nelle scorse ore una ricerca e-Media ha stabilito che in Italia sono attive cento linee di telefonia mobile ogni cento abitanti , un dato che rende il paese secondo in Europa dopo la Svezia in questo singolare rapporto utente/popolazione (fonte: Telekommarknaden). Ma è anche un dato che sembra evidenziare la necessità di una più chiara norma di tutela degli abbonati di telefonia mobile che, come si può leggere in rete su molti newsgroup dedicati, si sentono talvolta in balìa dei propri operatori e delle loro politiche commerciali.