Kuala Lumpur (Malaysia) – Un passo epocale atteso da tempo, un salto in avanti già compiuto da numerosi network e sistemi di rete ed ora uno sviluppo che viene integrato ai server di root che governano il traffico Internet. Così ICANN , l’organismo che supervisiona il sistema dei domini, ha confermato l’integrazione di IPv6 nei root server. Un evento definito appunto “epocale”.
Come noto, IPv6 è la chiave che apre ad una dimensione pressoché illimitata di Internet, perché consente una moltiplicazione esponenziale degli indirizzi IP assegnabili. Il che significa, in sintesi, che lo spazio IP fin qui gestito da paesi non-USA aumenterà in modo assolutamente significativo al punto da consentire di “far entrare in rete” dispositivi di qualsiasi natura e in pressoché qualsiasi numero. Per gli Stati Uniti il cosiddetto IP shortage non ha mai rappresentato un problema perché, fin dagli albori della rete, nata proprio negli USA, lo spazio IP che è stato riservato agli States è sempre stato molto più ampio di quello internazionale.
IPv6 però significa anche una rete maggiormente stabile ed affidabile ed è questo il motivo per cui numerosissime istituzioni anche italiane, principalmente accademiche e legate al mondo della ricerca , da lungo tempo hanno lavorato per implementare IPv6 sulle proprie reti . IPv6 rappresenta l’evoluzione del protocollo attuale, IPv4 , che ha ormai quasi vent’anni e che come detto inizia ad accusare grossi problemi di crescita.
L’annuncio che al nuovo traguardo giungono ora anche i root server, arrivato nel corso del meeting ICANN in Malaysia che si protrarrà ancora qualche giorno nella capitale malese, è stato dato da Vinton Cerf , chairman dell’ICANN nonché co-autore dei protocolli TCP/IP , che hanno reso possibile lo sviluppo della rete.
Cerf ha spiegato che l’introduzione di IPv6 “è un passo molto, molto importante” che apre le porte ad una Internet più globale capace di rispondere maggiormente alla rapidissima crescita nelle applicazioni di rete e nelle tecnologie che si vanno sviluppando in tutto il Mondo.
Il chairman ICANN ha anche spiegato che oggi quasi due terzi degli indirizzi Internet disponibili sono già utilizzati . Rispetto a questa situazione, ha sottolineato Cerf, IPv6 consentirà di aumentare questi numeri di almeno 25mila miliardi di volte . Una dimensione pressoché infinita.
Per garantire continuità e mettersi al riparo da eventuali problemi che dovessero insorgere, ha concluso Cerf, IPv4 continuerà a correre parallelo a IPv6 per circa 20 anni .