Roma – Chi l’ha visto da vicino giura che non assomiglia ad un giocattolo e lo stesso devono aver pensato i dirigenti dell’ UNESCO quando hanno accettato di attivare un singolare programma di diffusione della robotica assieme al Qrio di Sony .
Il colosso nipponico, tra i più attivi player della robotica, in base agli accordi con l’UNESCO invierà alcuni dei suoi cinque Qrio attualmente funzionanti nelle scuole di India, Vietnam e Giappone. Lo scopo ufficiale è quello di suscitare negli studenti una maggiore attenzione verso la robotica e la tecnologia in generale e di spingerli a sviluppare interessi per la scienza.
“Le associazioni UNESCO in Giappone fin dal 1947 hanno avuto l’obiettivo – ha spiegato un responsabile della divisione nipponica dell’organizzazione – di educare gli alunni verso la scienza, stimolare i loro sogni, creare un futuro migliore, per l’ambiente, per la pace mondiale”.
Il piccolo bipede elettronico di Sony, alto non più di 23 pollici, inizierà il suo tour scolastico a fine settembre per finirlo entro gennaio 2005. La sua presenza nelle scuole secondo alcuni osservatori potrà anche servire a consentire, in futuro, una più facile accettazione di robot dalle sembianze non troppo dissimili da quelle umane.
Va detto che Qrio è già da tempo considerato in Sony una sorta di “ambasciatore” dell’azienda per l’alta tecnologia che racchiude, né preoccupa i suoi designer il fatto che in certe occasioni pubbliche, nel pieno di danze pensate per dimostrare le proprie capacità, Qrio sia talvolta caduto. Dotato di capacità di riconoscimento del volto e dell’ambiente grazie ad una visione stereoscopica, Qrio, che sa anche cantare, è stato peraltro in grado di tirarsi fuori da solo dalle situazioni più “imbarazzanti” per un prodotto dell’alta tecnologia.
Nel suo tour per le scuole, denominato “Qrio Science Program”, il robottino da 60 centimetri per 7 chilogrammi di peso, verrà messo alla prova e dovrà dimostrare di saper fare qualcosa di più di quella corsa da 14 metri al minuto in cui si produsse il giorno del proprio debutto .
Ad attirare i ragazzi secondo i responsabili sarà anche il fatto che Qrio appartiene ad un programma di sviluppo pensato per realizzare “robot da calcio”, quelli che nel 2050 dovranno vedersela contro una squadra di umani.