New York (USA) – “Ci sono più linee telefoniche a Manhattan che in tutta l’Africa”. Così il presidente del Senegal Abdoulaye Wade ha introdotto in una conferenza stampa al Palazzo di Vetro dell’ONU un tema essenziale per il suo paese e per molti altri paesi africani: la necessità di non perdere le occasioni della rivoluzione tecnologica.
L’idea di Wade e di altri rappresentanti di alcuni paesi africani è quella di unire le forze e dar vita ad un Fondo di respiro internazionale che possa dare una mano ai cittadini dei paesi poveri per acquistare telefoni cellulari ed ottenere l’accesso ad Internet.
Secondo Wade e gli altri leader africani, riuscire ad introdurre le nuove tecnologie nelle proprie società in modo assai più diffuso e pervasivo di quanto oggi sia possibile è essenziale per la crescita economica e per non perdere la grande occasione della rivoluzione digitale.
L’idea è quella di consentire a chi acquista materiali hi-tech nel mondo ricco di contribuire facilmente al Fondo a partire da una iniziativa ad hoc che sarà lanciata ufficialmente a Ginevra il prossimo 17 novembre. I consumatori di tecnologia dei paesi più avanzati, dunque, potranno decidere di dare una mano a coloro che non dispongono di un reddito sufficiente per dotarsi di strumenti oggi dati per scontati nei paesi ricchi, come appunto il telefono, l’accesso ad internet o un telefono cellulare. L’uso della telefonia mobile viene ritenuto essenziale in molte aree africane, laddove mancano totalmente le infrastrutture di rete fissa.
Va detto che l’idea di contributi dal mondo ricco a quello povero è già stata rigettata nel corso del Summit internazionale sulla società dell’informazione che, come si ricorderà, si è tenuto a Ginevra alla fine dell’anno scorso. Trasferire la scelta dai leader dei diversi paesi ai consumatori del mondo ricco potrebbe rivelarsi, spera Wade, una grande occasione.