Roma – Di seguito pubblichiamo l’interrogazione a risposta scritta che nei giorni scorsi il senatore Mauro Fabris , del gruppo Udeur, ha rivolto al Governo sulla vicenda SKY
“Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro delle comunicazioni
Premesso:
che in Italia il sistema televisivo privato a pagamento è in mano al monopolista Sky Italia;
che la succitata società ha rilevato le preesistenti società Telepiù e Stream, con i relativi abbonati;
che oggi le tecnologie di codifica dei segnali sono molteplici;
che, in particolare, per gli utenti italiani le trasmissioni vengono attualmente trasmesse sia con il sistema SECA (sistema già adoperato dall’ex gestore Telepiù) che con il sistema NDS (già adoperato dall’ex gestore Stream);
che il succitato sistema SECA consente agli utenti una maggiore libertà, anche per la possibilità di utilizzo di moduli CAM (moduli di accesso condizionato) su decoder common interface, di cui tra l’altro moltissimi utenti sono dotati;
che i decoder common interface sono dotati di tecnologia avanzata di gran lunga superiore a quella dei decoder dedicati come i cosiddetti gold box o sky box, che limitano fortemente le possibilità di visione dell’utenza arrivando persino a non consentire la visione di altri canali come quelli del bouquet RAI e Mediaset o altri bouquet stranieri trasmessi in chiaro;
che la codifica NDS a livello tecnologico è disponibile solo sui decoder proprietari di Sky Italia e attualmente non esiste una CAM (modulo di accesso condizionato) che consenta l’applicazione del sistema NDS sui decoder common interface;
che, in buona sostanza, il parco abbonati SECA di Sky sarà così progressivamente convertito al sistema di trasmissione NDS e, in tal senso, mentre in alcuni casi Sky darà agli abbonati una nuova smart card NDS che funzionerà nei decoder SECA esistenti, a molti consegnerà, invece, a casa senza costi aggiuntivi un decoder ed una smart card NDS;
che, attraverso questa operazione, Sky intende abbandonare il sistema cosiddetto simulcript che permette di decriptare segnali inviati da sistemi diversi senza che, peraltro, sia messo a disposizione dei produttori di decoder e degli stessi consumatori il sistema NDS sul quale la società detiene l’esclusiva (considerato, come si è detto, che la codifica NDS a livello tecnologico è attualmente disponibile solo sui decoder proprietari di Sky Italia e al momento non esiste una CAM che consenta l’applicazione del sistema NDS sui decoder common interface);
che la conseguenza diretta di un tale stato di cose è quella che gli utenti di Sky non potranno più vedere con il nuovo decoder una vasta serie di canali, a pagamento e non, salvo decidano di dotarsi di due diversi impianti, due diversi telecomandi, due diversi sistemi di sintonizzazione, due prese SCART, diversi metri di cavi, e in certi casi addirittura di due parabole;
che gli utenti che, invece, decidessero di rifiutare il nuovo decoder NDS proposto da Sky rischierebbero invece di non poter più accedere ai canali Sky, se quest’ultima portasse ad estreme conseguenze quanto annunciato, rendendosi peraltro responsabile di inadempimento contrattuale per inesatta esecuzione della prestazione al momento del perfezionamento del contratto con l’utente;
considerato:
che, in punto di diritto, l’articolo 2, comma 2, della legge n. 78 del 29 marzo 1999 sul decoder unico stabilisce che “I decodificatori devono consentire la fruibilità delle diverse offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi digitali in chiaro mediante l’utilizzo di un unico apparato” come pure che “Dal 1° luglio 2000 la commercializzazione e la distribuzione di apparati non conformi alle predette caratteristiche sono vietate..”;
che l’articolo 3 della delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 216/00/CONS stabilisce che “Gli operatori di accesso condizionato anche in possesso di un titolo abilitativo alla trasmissione televisiva digitale a pagamento, indipendentemente dai mezzi di trasmissione, sono tenuti a garantire agli utenti la fruibilità, con lo stesso decodificatore, a qualunque titolo detenuto o posseduto, di tutte le offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi televisivi in chiaro. A tale scopo essi utilizzano il sistema simulcrypt secondo le norme del DVB o, in alternativa, il sistema multicrypt secondo le norme definite da DVB”;
che la Commissione Europea, con la decisione del 2 aprile 2003, dichiarava a Sky la compatibilità della concentrazione Newscorp/Telepiù con il mercato comune subordinatamente al rispetto di adeguate condizione finalizzate a mantenere aperto il mercato televisivo satellitare,
si chiede di sapere:
se il Governo non ritenga che Sky, proseguendo l’operazione di migrazione della propria clientela su tecnologia NDS nelle modalità indicate in premessa, non leda profondamente gli interessi degli utenti senza peraltro conformarsi a quanto disposto dalla normativa dettata in materia di decoder unico, dai contenuti della delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 216/00/CONS, come pure dalla decisione della Commissione Europea del 2 aprile 2003 e, nel caso, quali provvedimenti saranno adottati al riguardo a tutela dell’utenza;
se il Governo non convenga nel ritenere che le obbligazioni contrattuali di Sky nei confronti dell’utenza debbano essere necessariamente interpretate alla luce della sua posizione dominante di monopolio nel mercato italiano della televisione a pagamento, come pure degli impegni imposti a Sky dalla Commissione Europea al momento dell’autorizzazione della concentrazione Newscorp/Telepiù;
quali provvedimenti siano stati adottati dal Governo per garantire all’utenza la salvaguardia dei propri diritti e la libertà di informazione e di visione delle trasmissioni diffuse a pagamento da Sky Italia;
se il Governo sia conoscenza del fatto che attraverso l’operazione precedentemente descritta in premessa Sky Italia, imponendo agli utenti di rinunciare ad avvalersi di ricevitori common interface per la visione dei canali ricompresi nel bouquet della stessa offerta Sky, arreca un danno non solo ai consumatori ma anche a tutte quelle imprese che fino ad oggi hanno investito sulla produzione di ricevitori satellitari tecnologicamente più evoluti di quelli imposti agli utenti da Sky Italia.”