New York (USA) – Un caso noto e clamoroso quello che ha portato nelle scorse ore il gigante Kodak a chiedere a Sun Microsystems la bellezza di 1,06 miliardi di dollari di compenso per l’utilizzo di Java.
Già, il programma multipiattaforma di Sun, gioiellino utilizzato ampiamente in tutto il mondo da anni per gli scopi più diversi, in alcune sue proprietà, secondo un tribunale americano, viola alcuni brevetti di Kodak. Poiché tali brevetti sono stati giudicati validi, ora Kodak vuole quanto l’azienda ritenga che le spetti.
L’azienda del digital imaging, oltre ai soldi, chiede che il tribunale costringa Sun ad adottare da qui in poi un sistema di compensazione che copra i futuri utilizzi di Java.
I tre brevetti al centro del procedimento sono entrati in Kodak nel 1997 mediante l’acquisizione di Wang Laboratories. Si tratta di proprietà intellettuale che copre il “dialogo” tra programmi , tra gestori di oggetti e di dati, nonché l’integrazione di programmi diversi che gestiscono dati di tipo diverso.
Secondo Kodak, è ora che Sun paghi le royalty che fin qui non ha versato e la somma citata è stata calcolata come metà del profitto dalla vendita di prodotti di storage e server ottenuto da Sun tra il 1998 e il 2001.
E mentre Sun annuncia l’intenzione di proseguire nella propria battaglia legale, nella convinzione che Java non violi alcun brevetto Kodak, il caso si sta trasformando in una nuova occasione per riflettere sulla brevettabilità del software . C’è infatti chi teme che, dopo Sun, Kodak possa rivolgere la propria attenzione anche ad altri produttori e linguaggi, con ulteriori problemi per la libertà di sviluppo.
Come noto, in Europa si stanno per introdurre i “brevetti all’americana” , forme esasperate di brevettazione che vanno a tutto vantaggio delle grandi corporation, che hanno di che amministrare imponenti portafogli di proprietà intellettuali, e rischiano di mettere in crisi invece i piccoli e medi sviluppatori indipendenti.
Secondo Pamela Jones di Groklaw , da tempo autorevole punto di riferimento sulla questione brevetti, in tanti via internet stanno prendendo posizione contro questo sistema dei brevetti. “I brevetti sul software – ha dichiarato Jones – distruggeranno il settore negli Stati Uniti. Il resto del mondo innoverà più delle compagnie americane perché non dovranno girare con la palla al piede dei brevetti allacciata alle caviglie, rallentando il loro sviluppo”. L’intero commento di Groklaw ad una vicenda giudicata “veramente disgustosa” si trova qui .