Ginevra – Ad appoggiare l’ambizioso progetto cinese Open Platform Initiative (OPI), il cui obiettivo è lo sviluppo di una piattaforma di computing basata su Linux, si sono aggiunti due gruppi industriali europei: la francese Bull e la svizzera STMicroelectronics . Le due aziende si affiancheranno al Commissariat à l’Energie Atomique (CEA), l’ente francese che per primo firmò, all’inizio dell’anno, un accordo di collaborazione con il ministro cinese per la scienza e la tecnologia.
Il Governo cinese spera che i nuovi alleati possano accelerare la creazione di una piattaforma hardware/software a basso costo basata esclusivamente su software open source. Nelle intenzioni dei suoi creatori tale piattaforma sarà sufficientemente flessibile e modulare per adattarsi ad una grande varietà di sistemi, inclusi PC, server, dispositivi mobili (PDA e smartphone) e device elettronici di consumo.
STMicroelectronics si occuperà dello sviluppo dei mattoni, quali chip e altri semiconduttori, che serviranno all’industria cinese per assemblare computer e altri dispositivi a basso costo seguendo le specifiche dell’OPI. Non è un caso che la Cina abbia scelto proprio ST come partner tecnologico del progetto: in questo paese, infatti, il chipmaker europeo è il secondo maggior fornitore di semiconduttori. ST, fra l’altro, utilizza già Linux all’interno di alcune sue soluzioni, fra cui la piattaforma mobile Nomadik.
La Cina, che ha fatto di Linux un proprio standard, ha come primo obiettivo quello di rendere la propria industria il più possibile indipendente dalle tecnologie proprietarie dei colossi occidentali e giapponesi. A tale scopo, negli ultimi anni il Governo locale ha finanziato lo sviluppo di prodotti tecnologici made in China, tra cui la distribuzione Linux di Red Flag , i processori Dragon e la piattaforma per telefoni cellulari Chinese 2000 Mobile Linux .