Brevetti software, si muovono i grandi

Brevetti software, si muovono i grandi

Una delle principali organizzazioni europee dei colossi dell'hi-tech interviene presso l'Europarlamento: tutte le imprese vogliono brevetti sul software e li vogliono subito! Basta crederci
Una delle principali organizzazioni europee dei colossi dell'hi-tech interviene presso l'Europarlamento: tutte le imprese vogliono brevetti sul software e li vogliono subito! Basta crederci


Strasburgo – Nuovo appassionato intervento delle grandi imprese del software affinché l’Europarlamento non ostacoli l’introduzione anche in Europa dei brevetti all’americana sul software . EICTA , organizzazione lobbystica che fa capo ai maggiori player dell’ICT, ha infatti ufficialmente chiesto ai parlamentari europei di accettare la brevettazione a tutto campo.

Dunque, a pochi giorni dall’avvio di una nuova massiccia campagna per il NO che è stata lanciata contro la brevettazione dagli sviluppatori indipendenti e dai sostenitori delle libertà digitali, la grande industria si mobilita per accertarsi che le proprie necessità al più presto divengano legge.

“L’Europa – si legge nella lettera inviata da EICTA ai parlamentari – è un player fondamentale nelle invenzioni legate al software in molti settori, come sanità, telecomunicazioni, telefonia mobile, automobilismo, aviazione ed elettronica di consumo. L’Europa ha bisogno dei brevetti per mantenere e rafforzare la propria leadership”.

Come noto quel sistema di brevetti sul software viene da più parti considerato un pericolo per il libero sviluppo in quanto, tra le altre cose, consentirebbe la brevettazione del codice informatico nelle sue più piccole porzioni, rendendo la vita pressoché impossibile ai produttori più piccoli e agli indipendenti, che non detengono le risorse per comprare il diritto all’uso di funzioni ampiamente utilizzate nel software né posseggono il portfolio di brevetti necessario per uno “scambio” tra detentori di diritti.

Secondo la lobby industriale, invece, i brevetti possono garantire che gli investimenti delle imprese europee in ricerca e sviluppo siano tutelati . A loro dire, ciò porterà benefici sia sul fronte dell’occupazione che sulla condivisione di informazioni tra imprese.

Le parole di EICTA non sono peraltro una novità. Come ha dichiarato un portavoce della Fondazione per una libera infrastruttura dell’informazione ( FFII ), “EICTA sta ripetendo le stesse imprecise ed ambigue rivendicazioni che abbiamo ascoltato per così tanto tempo. Questi ultimi commenti nascono dalla disperazione perché arrivano quando ci sono segnali molto positivi che il parlamento europeo e quelli nazionali si stiano rendendo conto dei pericoli che i brevetti sul software senza limiti rappresentano per l’innovazione”.

Lo scontro è aspro. A fronte di un voto dell’Europarlamento che diceva no ai nuovi brevetti, il Consiglio europeo dei Ministri ha stravolto il voto e ha re-introdotto nel testo quanto già bocciato . Presto il Parlamento di Strasburgo dovrà votare una seconda volta, e sarà quella definitiva , sulla base del testo deciso dal Consiglio.

“L’Europa – dice però l’EICTA nella lettera ai parlamentari europei – diventerebbe un paradiso per il plagio (qualora non passassero i nuovi brevetti, ndr). L’industria europea, privata della protezione brevettuale nei mercati domestici perderebbe una considerevole quota di mercato a favore di chi non investe in ricerca e sviluppo ma semplicemente copia”.

Ma le cose non vanno per il meglio per la EICTA. Non solo sono ripartite le campagne contro i brevetti ma in Germania tutti i principali partiti politici stanno spingendo affinché vengano riviste al più presto le posizioni del Consiglio sui brevetti. In Italia fin qui si registra una blanda opposizione ai brevetti che però non ha fin qui contribuito in alcun modo a cambiare la rotta dell’Europa. Un cambiamento che viene auspicato da un numero crescente di esperti.

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Pubblicato il
2 nov 2004
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