Roma – Ci doveva pensare Varsavia a fermare e costringere ad una revisione una delle più problematiche e contestate proposte di direttiva attualmente in discussione in Europa, quella che potrebbe introdurre in Europa i brevetti sul software “all’americana”.
Come segnalato da EDRI , il governo polacco ha deciso di far valere la sua posizione da poco conquistata in seno all’Europa annunciando in queste ore che la proposta di direttiva è troppo vaga e lascia troppo spazio alla registrazione di brevetti sul software puro e sui metodi di business. Una situazione che, secondo Varsavia, può portare a conseguenze indesiderate, le stesse evidentemente che lamentano da lungo tempo i moltissimi contestatori della proposta .
Il gabinetto polacco ha sottolineato di voler assolutamente sottoscrivere una proposta che sia scevra di ambiguità, spiegando anche che non firmerà mai una direttiva che rende brevettabile le funzioni dei programmi informatici.
Sul piano tecnico, la posizione di Varsavia significa che la proposta, che il Consiglio europeo aveva modificato boicottando una precedente decisione dell’Europarlamento , proprio in seno al Consiglio non gode più di una maggioranza che la possa promuovere. Dovrà quindi essere ridiscussa. Solo dal primo novembre i nuovi stati membri hanno potuto contare sullo stesso numero di voti in seno al Consiglio e quindi la decisione di Varsavia è una delle prime che il governo polacco ha potuto assumere con questo peso nella UE, il che certo contribuirà a sollevare nuova attenzione sul problema posto dai cosiddetti “brevetti selvaggi”.
Attenzione però. La posizione polacca infatti non basta a fermare il processo di formazione della direttiva. Ora in Consiglio la proposta verrà ridiscussa e modificata, una fase delicatissima nella quale molti si augurano che questa volta anche l’Italia sia pronta a far valere le ragioni del libero sviluppo. Una volta rinegoziata, la proposta sarà presentata nuovamente al Parlamento europeo.
La decisione della Polonia ha naturalmente rincuorato gli animi dei tanti che da anni si battono contro i brevetti indiscriminati. In una nota diffusa ieri subito dopo le dichiarazioni polacche, ISOC Polonia, NoSoftwarePatents.com e soprattutto la Foundation for a Free Information Infrastructure (FFII) hanno espresso ottimismo. Jan Macek, della divisione polacca di FFII ha spiegato che “paesi come Lussemburgo, Lettonia, Danimarca e Italia avevano chiesto cambiamenti somiglianti agli emendamenti (poi cancellati, ndr.) introdotti dal Parlamento europeo, ma sono stati rifiutati dalla presidenza irlandese. Ora hanno una chance di proporre nuovamente i propri emendamenti con il supporto della Polonia. Questo porterà la direttiva più in linea con il Parlamento europeo, che aveva assunto una posizione con cui bocciava chiaramente i brevetti sul software e i business method”.