Cape Canaveral (USA) – “No problem, Swift goes swiftly”. Così al quartier generale della NASA in queste ore vengono accolte le prime notizie attorno al più straordinario osservatorio astronomico mai messo in orbita dall’agenzia spaziale americana.
Swift, questo il nome del singolarissimo oggetto, sabato scorso è stato sparato con i suoi 250 milioni di dollari di attrezzature ad un’altezza che nei prossimi due anni gli consentirà di eseguire una particolarissima missione scientifica a cui viene attribuita grande importanza: lo studio dei cosiddetti “gamma ray bursts” , esplosioni di raggi gamma di una potenza tale da non avere paragoni nello spazio conosciuto, un fenomeno la cui natura rimane ancora nebulosa. L’importanza del progetto è testimoniata dalla partecipazione delle agenzie spaziali britannica ed italiana.
Caratteristica precipua di Swift rispetto a qualsiasi altro osservatorio scientifico oggi operativo in orbita, come si legge sul sito ufficiale della missione , è poter “muoversi” e “orientarsi” in tempo record. Sebbene vi siano satelliti militari a cui sono attribuite capacità ancora maggiori, Swift nel giro di un minuto è in grado di attivarsi per “ascoltare” un particolare segmento di spazio . Si tratta di un tempo infinitamente minore rispetto a quel che riescono a fare altri strumenti persino più semplici, come Hubble che richiede ore, se non persino un giorno, per essere orientato in una certa direzione.
Questa caratteristica di Swift, che sarà pienamente operativo a partire da gennaio, è essenziale per riuscire a catturare le informazioni sui “bursts”. La loro energia, infatti, è superiore di infinite volte rispetto a quella che il nostro Sole, o qualsiasi altro astro conosciuto, potrà mai emettere nel corso di tutta la propria esistenza. Ma sono esplosioni tanto potenti quanto rapide, e Swift dovrà riuscire a coglierle, orientarsi di conseguenza e “catturare” quello che viene definito l’ afterglow , vale a dire la “traccia” rimanente dopo l’esplosione . Una traccia che potrebbe consentire di scoprire la natura di queste esplosioni, che qualcuno attribuisce alla formazione di buchi neri. Un burst può esprimersi in secondi, dopodiché ci sono solo alcune ore, e solo talvolta settimane, per tentare di carpirne le caratteristiche.
Per fare tutto questo, Swift è dotato di tre sistemi paralleli: il Burst Alert Telescope, che dovrà cogliere la posizione delle esplosioni, il Telescopio a raggi X che contribuirà a cogliere le caratteristiche dei bursts e il Telescopio ottico per la rilevazione spettrale dei fenomeni.
“Riteniamo – ha dichiarato uno scienziato NASA incaricato del progetto – che forse i bursts sono le urla di un buco nero che nasce, e li vediamo in tutto l’Universo”. La stagione di caccia sta per aprirsi.