L'informatica si scopre a 50anni

L'informatica si scopre a 50anni

Ne parla un lettore che, con la quinta elementare e 63 estati, studia ancora per tenersi aggiornato sull'informatica, dalla programmazione all'hardware, al web
Ne parla un lettore che, con la quinta elementare e 63 estati, studia ancora per tenersi aggiornato sull'informatica, dalla programmazione all'hardware, al web


Roma – Salve, ho letto la lettera Informatica, qualità dell’ingegnere . All’ignoto (per me) ingegnere che l’ha scritta devo un grandissimo ringraziamento perché senza saperlo mi ha reso una gratificazione immensa .

Io ho 63 anni e la sola licenza elementare. Sono sempre stato un “curioso” per tutto quello che era scienza (forse dovuto al fatto che ai miei tempi, per le famiglie cosiddette “meno abbienti” era più utile lavorare piuttosto che studiare). Nel 1984 ho iniziato a “studiare” una scienza che mi “prendeva” molto, l’informatica. Il mio primo computer fu un Apple con il linguaggio Basic già implementato. Dato che volevo capire il perché un computer funzionava così come funziona, acquistai una valanga di libri che mi insegnasse a programmare, capendo che un computer funziona solo se vi sono programmi da eseguire da parte del processore, e capendo altresì che anche un processore è anche lui “programmato”, e questo concetto mi faceva impazzire.

Poiché mi fu rubato dopo pochi mesi e non potendo più acquistarne un altro,date le mie esigue disponibilità finanziarie, acquistai il famoso (all’epoca) Commodore64, dato che usava lo stesso processore dell’Apple. Questa macchina e con la valanga di libri che leggevo, è stata propedeutica per “capire” gli attuali Pc. Leggere libri mi è stato utile, se vogliamo, in modo trasversale, anche a sapermi esprimere in italiano, molto meglio di prima che iniziassi questa avventura.

Con il Commodore e con i libri ho capito come funziona un pc o, per meglio dire, un processore, la memoria ecc. Ho capito cosa sono i registri di un processore, a cosa servono, e quello che si può ottenere, diversamente programmando in un linguaggio ad alto livello. Ho scritto qualche programma in assembler (mi riferisco al commodore) e grande (si può capire) fu la soddisfazione di vederli funzionare. Conosco: il Basic (ovvio), discretamente il VB, ed anche se non a grandi livelli, il Pascal, ed “ovviamente” Delphi di cui ho scritto programmi gestionali personalizzati. Mi sarebbe piaciuto imparare il C++ ma questa è un’altra cosa.

Oggi credo di essere un buon sistemista dato che installare una rete (lan) non ha segreti, so rimettere in funzione computer che nel gergo si dice “piantati”, conosco quasi tutti i programmi di utilità (tutto il pacchetto office) e adesso sto imparando a scrivere pagine web con una già discreta padronanza.

Quando il suddetto ingegnere dice che lo studio NON può sostituire l’esperienza forse non sa pienamente quanto sia sacrosanta la sua affermazione, almeno per quello che mi riguarda.

Attualmente acquisto innumerevoli riviste del settore, dato che è uno dei modi per essere al corrente delle novità hardware, e questo perché possa capire se una nuova periferica funzioni su un dato pc configurato in un certo modo. Io dico sempre ai miei amici, quando vedono meravigliati quello che sa fare un ignorante come me, che in realtà noi patiti d’informatica, sotto certi aspetti e non solo, siamo un po’ tutti autodidatti.Non c’è ingegnere o diplomato che tenga, data la continua evoluzione, sia nel software che nell’hardware, che di questa branca della scienza bisogna continuamente tenersi informati (bisticcio di parole), basta la volontà, poi, siamo tutti bravi.

Ecco, io, prima di leggere la lettera dell’ingegnere mi sentivo come uno dei tanti che ha un hobby un po’ particolare. Ho provato ad insegnare a conoscenti ed amici, però, vi assicuro, dopo una ventina di minuti gli vedevo la testa fumare e rinunciavano. Io lo dico sempre, per l’informatica ci vuole passione, curiosità, perseveranza, pazienza, e quando mi dicono che è una materia difficile mi viene una grande rabbia perché se sono riuscito io a 43 anni ad iniziare questa scalata, e con il mio bagaglio negativo di ignoranza, e lo dico senza falsa modestia e ipocrisia, perché non devono riuscire altri?

Adesso sono veramente gratificato, adesso mi sento un po’ Ingegnere anch’io, anche se ho “solo la quinta elementare”.

Grazie

Lettera firmata

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Pubblicato il 7 dic 2004
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