Roma – “Chiediamo che si cessi immediatamente l’uso di qualsiasi sito o link BitTorrent che direttamente o indirettamente consenta, faciliti, contribuisca, favorisca, induca e/o incoraggi la violazione dei diritti d’autore degli studios associati alla MPAA”. Questo si legge nella lettera di diffida che i legali della MPAA hanno fatto pervenire ai gestori di LokiTorrent , uno dei più celebri siti dedicati alla condivisione di link tramite il celebre sistema di sharing del download BitTorrent . Sito che ha deciso di non piegarsi alle richieste delle major e di continuare la propria attività.
Contrariamente a quanto accaduto con siti omologhi , LokiTorrent ha reagito alla denuncia della MPAA contro i suoi gestori con una sorta di “chiamata alle armi” per tutti i propri sostenitori . Sulla sua home page da diversi giorni è infatti pubblicato un appello che chiede un aiuto finanziario a tutti gli utenti al fine di contrastare le mosse legali degli studios. “Se hai mai fruito di questo sito o del file sharing in generale ora è venuto il momento di dimostrare il tuo sostegno”, recita la home page. La cifra iniziale che si intende raccogliere è di 30mila dollari , una somma che mentre scriviamo è ormai già quasi raggiunta. Con questi fondi e con quelli che arriveranno nelle prossime settimane, LokiTorrent intende dare battaglia e difendere il proprio diritto a pubblicare dei link.
In una intervista rilasciata a Zeropaid.com, uno degli owner del sito, Lowkee, spiega che “quando mi è arrivata questa denuncia ho preso semplicemente una decisione in coscienza, che se questa offensiva era arrivata a questo punto allora era tempo di fare qualcosa. L’incredibile supporto dalla comunità ha semplicemente rafforzato la mia posizione”. Lowkee si dice convinto che il suo sia un sito perfettamente legale . “Gestiamo – spiega nell’intervista – un sito totalmente legale per coloro che intendono condividere i propri lavori creativi e sebbene io comprenda che MPAA sia una grande organizzazione dotata di imponenti strumenti finanziari, dalla mia ho la legge, il buon senso e milioni di persone”.
La posizione di LokiTorrent, destinato con questa battaglia a diventare chiave di volta della crociata legale voluta da Hollywood , non è quella degli amministratori di altri siti che in questi giorni stanno facendo i conti con il clima assai teso e difficile per i gestori di spazi web che presentano link per il download. I gestori di ShareTv , ad esempio, hanno annunciato in questi giorni la chiusura del sito e la sopravvivenza del solo forum.
“Tutte le belle cose – si legge in una nota denominata “Addio a ShareTv” – hanno una fine e, sfortunatamente, adesso è la nostra ora. Le questioni legali diventano sempre più complesse, non abbiamo più 16 anni e con gli ultimi sviluppi abbiamo capito che la situazione è troppo rischiosa per proseguire e così abbiamo preferito andarcene con dignità”. Come altri siti che hanno chiuso in queste settimane, anche ShareTv diffondeva link eDonkey , che consentono a chi possiede il client necessario di scaricare e condividere a propria volta i materiali linkati.
L’annuncio ha portato sconforto nella comunità dei frequentatori di ShareTv, sito dedicato nello specifico alla condivisione di link di show televisivi, sebbene dando un’occhiata ai forum che rimangono per ora attivi gli utenti diano segno di comprendere la decisione vista la pesantezza dell’offensiva delle major.
Ma quelle legali non sono le uniche mosse intraprese in queste ore dalle major. Ecco cosa sta accadendo sui network di peering.
Al centro delle nuove operazioni della grande industria per disturbare gli utenti del P2P ancora una volta c’è Overpeer , la società del gruppo Loudeye che ormai da anni lavora per rendere meno agevole lo scambio di file protetti e aggredire in ogni modo legalmente possibile i network di file sharing e chi li frequenta.
Overpeer, società denunciata qualche mese fa dagli sponsor di Kazaa proprio per le tecniche senza scrupoli utilizzate nella sua opera di disturbo, sta ora immettendo, nelle reti dello sharing, dei file che in tutto e per tutto assomigliano a brani musicali o brevi video in formato Windows Media.
Nella realtà, come riporta p2pnet che anticipa un’inchiesta di PC World , quei file sono pensati per “scatenare l’inferno” sui PC degli utenti, in particolare per installare adware capace di attivare fastidiosissimi pop-up sui computer Windows degli utenti meno accorti.
Questo accade perché una caratteristica della tecnologia di gestione dei diritti di Windows Media consente di realizzare file dalle sembianze di un file media che al loro interno contengono link ad adware.
Secondo PC World questi annunci pubblicitari non richiesti potrebbero persino essere utilizzati da cracker e ladri. “Gli esperti di sicurezza – spiega la rivista – temono per esempio che dei criminali carichino i propri file media modificati con software di keylogging (ossia di registrazione dei tasti premuti dall’utente, ndr.) o con altro software capace di prendere possesso del PC, e da lì sottrarre password od altre informazioni sensibili”.
Non è però detto che l’ultima arma messa a punto da Overpeer possa funzionare. Microsoft ha fatto sapere infatti che sta investigando sulla cosa in quanto “di certo non intendiamo supportare qualcosa che consente la fornitura di contenuti diversi da quelli che i file fanno supporre”. Come a dire, dunque, che il colosso di Redmond potrebbe decidere di apportare modifiche alla sua piattaforma media per impedirne uno sfruttamento potenzialmente assai pericoloso.