Roma – No alle tariffe per gli SMS giudicate troppo elevate e forse frutto di una intesa tra i carrier che consente di mantenerle tali: questa la posizione espressa a Punto Informatico dai promotori di una novella petizione che mentre scriviamo si accinge a raggiungere i 300 firmatari.
La petizione prende spunto ed anzi riproduce per intero l’articolo SMS, business gonfiato? Pagano gli utenti pubblicato da PI a metà dicembre, un’approfondita inchiesta sul costo degli SMS per i carrier italiani e sulle modalità con cui questi vengono offerti al mercato a prezzi di molte volte superiori ai costi.
Stando ai promotori della petizione è necessario cambiare le regole a cui devono attenersi i gestori “specialmente per quanto riguarda il costo degli SMS”. “Il loro costo a monte – sottolineano nella petizione – è in realtà molto più basso di quanto ogni utente è costretto a sborsare per ognuno di essi”.
In passato più volte i consumatori italiani, ma anche quelli europei, si sono mobilitati contro il caro-SMS e qualcuno proprio qui da noi si era spinto persino a ipotizzare una tassa di 2 centesimi su ogni SMS suscitando un vespaio di polemiche, segno di quanto gli italiani siano “sensibili” all’argomento. Nonostante il ricorso continuo a questo strumento di comunicazione e alle tariffe livellate tra i diversi operatori, però, né l’ Autorità TLC né quella Garante della concorrenza hanno inteso intervenire per verificare la legalità della gestione del mercato degli SMS.