Tokyo (Giappone) – Dopo tante promesse, le tecnologie di archiviazione olografiche sembrano ormai pronte per divenire una realtà commerciale. Fra le prime a lanciare sul mercato questo tipo di supporti vi sarà il colosso giapponese dell’elettronica Hitachi Maxell , in procinto di produrre dischi olografici da 200 GB.
I supporti di archiviazione dagli occhi a mandorla potranno essere letti e scritti con i drive progettati da InPhase , una società americana di cui Maxell figura tra gli investitori. Sebbene quest’ultima non sia l’unica azienda a lavorare su media compatibili con la tecnologia olografica di InPhase, ha buone chance di battere sul tempo tutti i concorrenti: Maxell conta infatti di rilasciare i primi campioni del suo prodotto già a partire dal prossimo autunno.
InPhase venne fondata quattro anni or sono da Lucent Technologies come divisione di ricerca autonoma dei Bell Labs. L’obiettivo dichiarato della società è quello di portare per prima sul mercato un sistema completo di archiviazione basato sulla tecnologia olografica.
I dischi progettati da Maxell hanno un diametro di 130 millimetri, dunque leggermente superiore a quello di un DVD (che è di 120 mm), e possono essere letti e scritti per mezzo di una tecnica, chiamata Tapestry , messa a punto da InPhase: qui l’ologramma, formato da una o più matrici di bit, si forma dall’intersezione di due raggi laser, una di riferimento e una di modulazione (che contiene i dati), originati da un singolo raggio di partenza.
Per il 2007 Maxell prevede di introdurre una seconda generazione di dischi olografici in grado di memorizzare fino a 400 GB di dati: una capacità quasi 90 volte superiore a quella di un tradizionale DVD a singolo layer.
Soprattutto a causa del loro elevato costo, i dischi olografici verranno inizialmente proposti come alternativa ai sistemi di backup aziendali basati su nastri magnetici. Rispetto a questi ultimi, i media olografici promettono velocità di accesso ai dati estremamente più grandi: velocità che dovrebbero facilmente battere anche quelle dei sistemi ottici tradizionali.
Lo scorso anno un’altra società giapponese, Optware , annunciò il debutto , per il 2005, di dischi olografici con capacità compresa tra i 200 e i 300 GB. A differenza di quelli progettati da Maxell, i supporti sviluppati da Optware funzioneranno solo sui drive commercializzati da quest’ultima e potranno essere letti e scritti con un solo fascio laser.
I dischi olografici se la dovranno vedere con la nuova generazione di DVD a laser blu e, in particolare, con i futuri supporti Blu-ray da 100 e 200 GB a cui sta lavorando Sony : sebbene meno capienti e veloci, i DVD a laser blu avranno dalla loro un prezzo più economico, soprattutto per quel che riguarda i sistemi di lettura e registrazione. Verso la fine dello scorso anno Pioneer ha inoltre svelato una tecnologia che, a suo dire, consentirà di spingere la capacità dei dischi ottici tradizionali a 500 GB e oltre.