Roma – Il grande calderone di Google non smette mai di bollire e, specie in questo periodo, sembra spumeggiare di succulente novità. Tra queste girano vorticosamente sia le notizie ufficiali, come la sperimentazione di Google Video, sia le voci di corridoio, come il presunto lancio di un “suo” Skype.
All’inizio della settimana il portalone ha svelato la versione beta di un servizio, chiamato Google Video , utilizzabile per effettuare ricerche fra i contenuti trasmessi dalle principali emittenti TV (al momento solo statunitensi).
La nuova appendice del motore di Google può scovare i programmi TV, come telegiornali, show, telefilm o cartoni animati, attinenti alle parole chiave ricercate: ad esempio, cercando “Iraq” si otterrà un lungo elenco con tutte le trasmissioni che hanno parlato del martoriato paese Arabo. Per ogni risultato, Google riporta fino a cinque immagini della trasmissione, il titolo, la data della messa in onda e quella delle future puntate, e una porzione del testo in cui è stata trovata la parola immessa dall’utente. Tra il materiale testuale indicizzato da Google vi sono le trascrizioni di buona parte dei dialoghi che avvengono nei programmi TV. Tuttavia, almeno per il momento, l’utente non ha modo di accedere alle versioni integrali dei testi né alle registrazioni video dei programmi. È probabile che in futuro Google possa trovare un accordo con le emittenti TV per fornire tali contenuti a pagamento.
Il motore dalla grande G, che al momento non espone alcun banner nelle pagine di Google Video, afferma di essere alla ricerca di modalità di guadagno che sposino gli interessi degli utenti con quelli dei detentori dei copyright.
Con servizi come Google Video, Google Print e il recentemente annunciato progetto per la digitalizzazione di milioni di libri , il motorone più cliccato del Web culla il sogno di divenire il principale tramite fra i media tradizionali, come la carta stampata e la TV, e Internet: convertendo in bit tutto ciò che non è digitale, o che pur essendolo non fluisce attraverso la Rete, Google intende offrire agli utenti del Web la possibilità di trovare informazioni e contenuti là dove essi risiedono: TV, biblioteche, librerie, cineteche, dispositivi wireless e, ovviamente, Internet.
Nella corsa verso questo traguardo Google non è sola: in gara ci sono infatti colossi come Microsoft e Yahoo!, sempre più decisi a guadagnare, o riguadagnare, il terreno perduto. Proprio Yahoo! ha messo da pochi giorni in home page un servizio in beta per la ricerca di video e – guarda la coincidenza – programmi TV. Ennesima dimostrazione di come i maggiori portali di ricerca stiano marcandosi in modo molto stretto.
Il nuovo servizio di ricerca di Yahoo!, le cui sperimentazioni sono iniziate sul sito next.yahoo.com, è in grado di indicizzare il testo contenuto nel nome, nel link e nei metadata dei video distribuiti su Internet. Per l’indicizzazione e l’analisi dei programmi TV, Yahoo! si appoggia invece ai servizi forniti dalla società americana TVEyes.
In queste ore ha destato anche molto interesse il fatto che Google abbia assunto Ben Goodger, uno degli sviluppatori a capo del progetto open source Firefox. Sebbene Goodger non abbia ancora svelato quale sarà il suo ruolo all’interno della società californiana, sembrano prendere sempre più corpo le voci secondo le quali Google voglia creare un proprio browser basato su Firefox. Tra gli altri indizi che portano a tale ipotesi c’è il fatto che il portalone dalla grande G ha di recente registrato il dominio gbrowser.com e ha sponsorizzato alcuni incontri riservati agli sviluppatori di Mozilla.
Goodger, che nel 1998 era entrato a far parte del team di sviluppo di Netscape, ha assicurato che “il mio ruolo all’interno dei progetti Firefox e Mozilla rimarrà in larga parte lo stesso di oggi”. Un’affermazione che sembra confermare come Goodger, all’interno di Google, continuerà ad occuparsi di Firefox.
Restando in tema di gossip, dal cilindro multicolore di Google potrebbe presto fare capolino un servizio di telefonia IP che, similmente a Skype e altri software di VoIP, permetta agli utenti di utilizzare le proprie connessioni a larga banda per effettuare chiamate gratuite da PC a PC. Il software potrebbe integrarsi con i servizi di ricerca di Google in vari modi: ad esempio, nei risultati di una ricerca potrebbero comparire speciali link che consentano all’utente di chiamare direttamente via Internet il numero di telefono di una società, di un ente o di un negozio.
Alcuni analisti sostengono che Google potrebbe sfruttare la sua grande popolarità per lanciare servizi di telefonia a pagamento, facendo così il suo ingresso in uno dei mercati più bollenti e competitivi di questi anni.