OpenSolaris è qui

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Sun ha rilasciato la prima porzione del codice sorgente del proprio sistema operativo. Allo stesso tempo apre oltre 1.600 brevetti e lancia la community OpenSolaris
Sun ha rilasciato la prima porzione del codice sorgente del proprio sistema operativo. Allo stesso tempo apre oltre 1.600 brevetti e lancia la community OpenSolaris


Santa Clara (USA) – Sun ha pubblicato il primo pezzettino open source di Solaris 10 , dando così avvio ad un progettone che ne farà – parole sue – “il più grande donatore di codice del pianeta”. Entro la fine della prossima primavera la paladina di Unix conta di mettere a disposizione della comunità open source circa
10 milioni di righe di codice sorgente e oltre 1.600 brevetti .

Il primo mattoncino open source rilasciato da Sun consiste in
Dtrace (Dynamic Tracing), una funzionalità per la diagnostica e l’analisi delle performance di sistema. Il software può già essere scaricato dal neonato sito
OpenSolaris.org , fulcro delle attività legate alla versione open source di Solaris. Da qui i programmatori possono accedere al codice e alla documentazione del sistema operativo e usufruire dei servizi messi a disposizione della community, tra cui mailing-list, forum e blog.

“La tradizione di Sun è sempre stata profondamente radicata nell’open source e nel software basato su standard aperti. OpenSolaris rappresenta una significativa pietra miliare nella storia di Sun, della comunità Solaris e dell’intera comunità open source”, ha dichiarato John Loiacono, executive vice president of software di Sun. “Siamo fermamente convinti che la comunità OpenSolaris aiuterà a promuovere l’innovazione e la collaborazione necessarie ad aprire nuove opportunità per sviluppatori, clienti e partner”.

Sun afferma di aver già assegnato alla community di OpenSolaris “notevoli risorse tecniche e umane”, tra cui oltre
1.000 ingegneri impegnati nello sviluppo di Solaris. L’intento di Sun è comune a quello perseguito da molti altri progetti di questo tipo: far leva sul modello di sviluppo aperto per migliorare il proprio software e favorirne la diffusione. In altre parole, OpenSolaris.org diverrà per Solaris ciò che oggi OpenOffice.org è per StarOffice: una fucina dove vengono create le nuove funzionalità che, una volta testate, verranno selezionate per entrare a far parte del prodotto commerciale.

Nel caso di Solaris, però, la partecipazione di Sun sarà ben più forte e importante di quanto avviene oggi per OpenOffice.org: l’azienda ha infatti intenzione di continuare a
tenere le redini dello sviluppo del proprio sistema operativo, e per far questo ha istituito la
Community Advisory Board (CAB), un organismo supervisore che coordinerà e assisterà il lavoro di sviluppo condotto all’interno della comunità. La CAB sarà inizialmente composta da
cinque membri : due eletti dalla comunità OpenSolaris Pilot, due dipendenti di Sun e un membro della comunità open source. La composizione della CAB sarà definita entro il prossimo marzo e, col tempo, verrà estesa per rispondere alle esigenze della comunità.

Sebbene il colosso californiano non potrà impedire ad altri di costruire la propria versione di Solaris e metterla sul mercato (pur con un altro nome), chi vorrà far girare sul proprio sistema operativo
applicazioni certificate per Solaris dovrà obbligatoriamente passare per gli stessi programmi di test e le stesse procedure adottati oggi per le versioni commerciali di Solaris. Stesso discorso per quanti vorranno far girare una variante di Solaris sull’hardware di Sun.

Sun ha tenuto a sottolineare come il rilascio del proprio Unix sul canale open source non sia né un disperato tentativo di salvarlo dall’avanzata di Linux né un modo elegante per sbarazzarsi di un prodotto obsoleto: Sun afferma che l’unico obiettivo della sua nuova iniziativa è quello di spingere Solaris, che definisce “il sistema operativo più avanzato al mondo”, verso
nuovi ambiti di mercat o.

La società di Santa Clara, che ha conservato tutti i diritti sul marchio e sul logo di Solaris, continuerà a vendere versioni commerciali del proprio sistema operativo comprensive di tool proprietari, supporto e consulenza.


Come si è già detto in diverse occasioni, il codice sorgente di Solaris 10 sarà reso disponibile secondo i termini della
licenza CDDL (Common Development and Distribution License) approvata dall’ OSI (Open Source Initiative) a metà gennaio. Tale licenza è di fatto una versione semplificata della Mozilla Public License (MPL), a cui Sun sostiene di aver aggiunto
più robuste protezioni contro eventuali cause legali relative alle proprietà intellettuali. La CDDL consente a chiunque di vedere, modificare (a patto di rendere le modifiche pubbliche) e distribuire il codice, ma a differenza della GPL, che governa Linux e il cosiddetto Free Software, non impedisce di
mescolare software coperto dalla CDDL con software coperto da altre licenze (anche closed source).

“La licenza di Sun vieta di pubblicare sotto un’altra licenza il codice che si trova all’interno di un file coperto dalla CDDL, tuttavia i software che utilizzano tale file possono essere accompagnati da altri tipi di licenza”, ha spiegato Anne Thomas Manes, vice president and research director di Burton Group.

Tra CDDL e GPL non sembrano però esserci punti di contatto . Stando a quanto detto di recente dalla stessa Sun, “difficilmente tra software GPL e software CDDL potrà esserci una qualche osmosi”. Del resto Sun è convinta che da un eventuale scambio di tecnologie fra i due mondi, l’ unico a guadagnarci sarebbe Linux .

Solaris ha preso vita dal codice del Berkeley Systems Design (BSD), una variante di Unix creata circa una trentina di anni fa da alcuni studenti dell’Università di Berkeley, in California: tra i suoi principali autori c’è
Bill Joy , co-fondatore di Sun.

“Sun affonda le proprie radici nella distribuzione BSD di Unix, che ho rilasciato in open source quando questo tipo di licenza era ancora agli albori”, ha affermato Joy. “Sono ora davvero felice che il codice sorgente di Solaris possa avvantaggiarsi dello stesso modello distributivo e di sviluppo”.

Oltre al codice sorgente di Solaris, Sun garantirà agli sviluppatori open source l’accesso gratuito a
1.670 brevetti che coprono tutte le tecnologie alla base di OpenSolaris, dal file-system alle funzionalità di sicurezza. Anche in questo caso l’azienda varerà alcune forme di indennizzo che proteggano gli utenti delle sue tecnologie da cause come quella in essere tra SCO e IBM.

“L’obiettivo di Sun è quello di facilitare l’innovazione e aiutare gli utenti ad utilizzare nuovi prodotti e tecnologie open source senza la necessità di ottenere una licenza da Sun”, ha spiegato il colosso in un comunicato. “Questo contributo all’open source eclissa quello di qualsiasi altro vendor”.

La mossa di Sun segue di circa una settimana la decisione di IBM di “liberare” 500 brevetti.

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Pubblicato il 27 gen 2005
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