Roma – C’è maretta in rete dopoché venerdì la home page di LokiTorrent, uno dei più conosciuti siti dedicati allo sharing tramite le tecnologie BitTorrent, è stata sostituita da una pagina della MPAA , l’associazione degli studios americani.
Su quel sito ora campeggia la scritta a caratteri cubitali “Puoi cliccare ma non puoi nasconderti” e una breve dichiarazione:
“Ci sono siti che offrono download legali. Questo non è uno di quelli.
Questo sito è stato chiuso in modo permanente dalla sentenza di un tribunale perché favorisce il download illegale di film protetti dal diritto d’autore. Il download illegale di film ruba lo stipendio a migliaia di persone che lavorano duro e ostacola la creatività. Scaricare illegalmente film da siti come questo senza autorizzazione viola la legge, è furto e non è anonimo. Rubare film lascia una traccia. L’unico modo di non essere presi è astenersi”.
La sentenza a cui si riferisce MPAA è quella che nei giorni scorsi ha portato alla condanna di Edward Webber, noto come “Loki”, il gestore del sito. Stando agli studios, Webber è stato condannato a risarcire le case di produzione e diffidato dal compiere ulteriori nuove azioni che favoriscano quella che gli studios definiscono pirateria.
Non solo, in una nota diffusa dalle major del cinema si legge che il tribunale ha imposto a Webber di consegnare tutti i log di accesso al sito “che forniranno la via a coloro che hanno usato LokiTorrent per le proprie attività illegali”. Un’affermazione che per qualche ora ha creato enorme sconcerto nei numerosissimi utenti del sito che temono di finire a loro volta nel mirino degli studios. Ma è una eventualità remota , come sottolineano gli esperti di Slyck.com , visto che i log di cui potranno entrare in possesso le major sono estremamente limitati.
In particolare sono log che potrebbero tuttalpiù dimostrare che un computer con un certo IP abbia scaricato un certo file.torrent ma non può consentire in tribunale di sostenere che l’utente, con quell’IP, abbia effettivamente scaricato i materiali a cui quel file fa riferimento. Conservare log approfonditi sulle attività degli utenti avrebbe peraltro richiesto notevoli risorse, oltre a risultare invasivo, perciò nel peggiore dei casi, associandoli ad altri dati che le major potrebbero aver raccolto in rete, forse quei log potranno consentire di identificare alcuni dei più impegnati heavy user . Secondo il gestore di un sito web che utilizza lo stesso codice su cui era basato LokiTorrent “i file di log tendono a crescere anche di un gigabyte al giorno. La maggiorparte dei gestori o li disabilita o li ripulisce ogni pochi giorni. E così c’è veramente poca informazione”. Né si può escludere che Loki, da tempo nel mirino delle major , abbia da settimane ridotto o disabilitato completamente le attività di logging, questo anche a fronte della forte crescita del pubblico e dunque di log sempre più impegnativi da gestire e registrare. “Questa vicenda – ha sostenuto il direttore dell’antipirateria MPAA John Malcom – ci dovrebbe dare informazioni sugli utenti di LokiTorrent coinvolti in un clamoroso atto di pirateria contro il cinema. Vedremo quelle informazioni e decideremo quale sia la giusta strada da seguire”.
La clamorosa decisione della MPAA di rimpiazzare la home page di LokiTorrent con una propria pagina, con un’operazione che qualcuno ha equiparato al defacement , va letta nel braccio di ferro che si era creato con LokiTorrent, tra i pochissimi siti che fin qui hanno tentato di resistere alla diffida delle major scegliendo invece di lottare e, come si ricorderà, chiedendo una mano alla comunità .
L’accusa che ora paradossalmente pesa su Webber è quella di aver utilizzato i denari che la comunità gli ha affidato per combattere legalmente MPAA, in modo da riuscire a “tener buone” le stesse major e a garantirsi una via di uscita. Parliamo di circa 40mila dollari che decine di migliaia dei 68mila utenti registrati di LokiTorrent hanno offerto a Webber. Ma sono accuse, viste le conseguenze giudiziarie per lo stesso Webber e il fatto che gli siano stati chiesti risarcimenti vicino al milione di dollari, che sembrano lasciare il tempo che trovano. Ovvio naturalmente che queste accuse siano destinate a rendere tutto ancora più difficile per gli altri operatori di siti BitTorrent e a facilitare le azioni della MPAA.
Secondo p2pforums.com e altri siti focalizzati sul mondo del p2p la sconfitta di LokiTorrent è pesantissima non tanto, come si è detto, per le conseguenze legali della vicenda quanto perché da oggi per gli operatori dei siti BitTorrent la vita sarà più difficile e sarà pure più complesso difendersi sul piano legale. Come segnala anche CdFreaks , quanto avvenuto rappresenta un segnale fortissimo per gli operatori dei siti torrent. MPAA ha affermato che grazie alle proprie azioni di diffida contro i gestori degli spazi web che mettono a disposizione i torrenti a file protetti avrebbe portato ad una riduzione del 40 per cento di questo genere di operatori.
Va detto però che le tecnologie peer-to-peer hanno molte vite e molte anime e c’è già chi diffonde in rete una prima lista di siti BitTorrent attivi e funzionanti. Siti che in molti casi si trovano al di fuori della portata dell’azione legale di MPAA e soci. Non solo, sono anche molti i software di sharing assai popolari, come eXeem o Shareaza che hanno integrato BitTorrent offrendo ulteriori alternative agli utenti.
Anche per questo, non contenta dell’importante colpo messo a segno con LokiTorrent, MPAA ha già annunciato che invierà lettere di diffida confezionate sulla base del contestatissimo Digital Millennium Copyright Act anche ai gestori di quattro siti legati ad un’altra tecnologia di sharing assai popolare: eDonkey . Si tratta di spazi web che offrono una registrazione a pagamento e, sostiene la MPAA, “un’assistenza sostanziale nel download di copie pirata di film”. Siti come brandnewmovies.com , moviepros.net , downloadmuch.com e downloaditall.com .
Per seguire tutta la campagna MPAA contro il file sharing clicca qui